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Lettera ai giovani - Giovani, immergetevi in Cristo e consegnatevi a Lui!

Settembre 2009

Carissimi giovani,
la gioia, la grazia e la luce del Signore siano nel vostro cuore.
Cristo Gesù venga conosciuto e intensamente amato da ciascuno e da tutti voi.
Il Signore Gesù diventi davvero il centro dei vostri interessi, il polo d’attrazione che vi affascina, un’esperienza meravigliosa di conoscerLo, di amarLo e di annunciarLo con la vostra preziosissima vita. Mettetevi alla scuola di Cristo per imparare a pensare, a volere, ad agire secondo il Suo Vangelo e secondo i Suoi insegnamenti perché diventino la norma della vostra vita. È bello stare con Gesù, camminare nella vita con Gesù, guardare a Lui per essere illuminati dalla luce della Sua grazia che dona gioia nel vivere in pienezza e con tanto amore la vita.
Apritevi alla vita, amate la vita e vivetela intensamente. Gesù è la Vita! È Lui che la vitalizza con la potenza del Suo amore e della Sua bontà. Impegnate le vostre energie per incontrarLo per essere da Lui colpiti, affascinati, attratti, convinti e trasfigurati. Pensate alla stupenda esperienza del profeta Geremia, letteralmente sedotto dall’irresistibile chiamata di Dio (cfr Ger 20, 7-13).
È Cristo che vi svela i divini segreti che danno senso alla vostra vita, alla storia di ognuno di voi, di ogni uomo e di tutti gli uomini.
Gesù Cristo, conosciuto e amato, allora si consegna a noi, a tutta l’umanità, alla Sua Chiesa, al mondo, per nutrirci della Sua gioia, della Sua bontà e della Sua misericordia, per trasformarci a Sua immagine (cfr Rm 8, 29). Egli ci invita a essere nel mondo i testimoni del Suo amore, della Sua carità, della Sua tenerezza.
Gli uomini del nostro tempo hanno bisogno di testimoni autentici che seguano Cristo perché fonte di vita, di amore e di carità: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35).
Non lasciatevi coinvolgere da tutto ciò che è contrario all’amore, alla pace e al valore della vita. Quante tragedie: odio, regolamenti di conti, violenze, sequestri, attentati, delitti politici, guerre e uccisioni dimenticando che la vita è sacra e che è un dono inestimabile che abbiamo ricevuto.
Urge, cari giovani, un rimedio; il rimedio sta nell’avere il coraggio di affermare che Gesù Cristo, con il Suo amore, costituisce l’unico antidoto alle tragiche vicende del mondo. Solo una elevata qualità della vita umana e cristiana è la risposta di amore da dare a Dio. È necessaria una fede più viva, coerenze morali più chiare e più credibili. La nostra società soffre per aver perso quelle virtù cristiane e atteggiamenti spirituali, quali la carità, la speranza, la fortezza, la sapienza e ancora la serenità, la pace, la gioia di vivere, la fiducia.
Giovani carissimi, il profeta Isaia stupendamente dice: «Cerate il Signore, mentre si fa trovare; invocatelo, mentre è vicino… Ascoltatemi voi che siete in cerca di giustizia, voi che cercate il Signore…» (Is 55, 6; 51, 1). E il libro dei Proverbi esortandoci dice: «Figlio mio, custodisci le mie parole e fa’ tesoro dei miei precetti. Osserva i miei precetti e vivrai, il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi. Légali alle tue dita, scrivili sulla tavola del tuo cuore. Di’ alla sapienza: “Tu sei mia sorella”…» (Pr 7, 1-4).
È necessario, carissimi giovani, immergersi, crescendo nel cammino della vita, nella consapevolezza dilagante di Dio: Dio ama, ama sempre, perché Dio è amore (1Gv 4, 16).
Dice san Paolo: «Tu, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che è in Cristo Gesù» (2 Tim 2, 1). Pertanto quanta pace e serenità sono riservate a coloro che cercano la gioia del Signore (cfr Sal 37, 4-11) per coloro che si lasciano amare. La forza dello Spirito Santo continui a guidare il dinamismo della vostra vita giovanile.
Dio, sorgente di grazia, con il dono della Sua Parola, fonte di ogni vita spirituale, sia nei vostri cuori alimento quotidiano di preghiera, di vita caritatevole e di crescita nella fede.
È bello imparare a pregare e a contemplare le meraviglie operate da Dio Padre buono e provvidente; contemplare la Parola di Dio ascoltata e accolta; curare la vita interiore che, per opera dello Spirito Santo, ci mette in rapporto di amicizia con Gesù e viene illuminata costantemente dalla comunione con Lui, fonte di gioia che ci conduce alla comunione con i fratelli. Fissate il vostro sguardo in Gesù Eucaristia: Lui celebrato, Lui accolto con fede nel cuore, Lui testimoniato con la vita.
Noi siamo chiamati a vivere in intimità con Gesù, ad immedesimarci in Lui, fonte di vita e di bontà, per conformarci a Lui. È celebrando e partecipando all’Eucaristia che si impara ad amare e a perdonare, a donare se stessi in un servizio caritatevole. Inoltre, dall’Eucaristia nasce e cresce quella spiritualità di comunione necessaria per stabilire il dialogo della carità di cui il mondo dei nostri giorni ha bisogno.
Non dimentichiamo che la Parola di Dio, la preghiera e l’Eucaristia sono il motore della nostra vita e la vera nostra gioia.
Allora con il dinamismo della carità, della bontà, del perdono e della riconciliazione noi ci adoperiamo, cari giovani, a costruire nella giustizia un mondo che offra nuove e migliori possibilità alla vita e allo sviluppo delle persone; a farci vicini, mettendo in servizio i doni e le energie che gratuitamente abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere dal Signore; ai poveri, agli anziani, ai malati, agli indigenti, agli sfiduciati, ai coetanei che sono alla ricerca della propria identità e a ogni sorta di persone sofferenti.
Cari giovani, impegnatevi ad essere ferventi nello spirito, come ci dice san Paolo; servite il Signore con gioia; siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli (cfr Rm 12, 11-13) ed ancora: «Abbiate una condotta degna della vocazione a cui siete stati chiamati!» (Ef 4, 1). Dovete dire al mondo di oggi che bisogna credere che Dio ci ama.
Tante volte le nostre aridità nello sperimentare in noi l’amore di Dio, l’amore di Gesù Cristo e l’amore dello Spirito Santo dipendono dalla nostra aridità nel vivere le realtà della vita quotidiana. Si vive come se l’amore di Dio fosse una piccola pausa nel quadro della nostra giornata: il momento della preghiera, dell’adorazione eucaristica, della partecipazione all’Eucaristia e gli altri momenti.
No, la vita, dovete dire, è tutta un avvenimento d’amore. Così questa creatura che sei tu, che siamo ciascuno di noi, è un avvenimento d’amore: non mi sopporta nessuno, ma Dio mi ama; mi sento emarginato, solo, abbandonato, sfruttato, discriminato, ma Dio mi ama.
Dovete dire che l’amore di Dio è una forza potente che spinge l’uomo a impegnare tutte le sue energie con coraggio, generosità e responsabilità, nell’ambito della giustizia, nella ricerca della pace e della verità, nel difendere la preziosità della vita e nel servire il Volto di Cristo lì dove si è fatto presente: dove ci sono le nuove povertà materiali, morali e spirituali che la società contemporanea purtroppo continua a produrre.
Dovete dire che solo Dio è Dio. Pertanto perdere tutto per Dio, per Cristo Gesù, sotto l’azione potente dello Spirito Santo, significa ritrovare tutto in Loro e più ancora. Dovete dire che la pienezza di Dio è gioia piena per la vita dell’uomo.
A Maria, Madre e Maestra per ciascuno di voi, affidate il vostro prezioso, luminoso e gioioso cammino di vita; Lei vi aiuti ad essere giovani forti e generosi; giovani pieni di vita e di gioia; ad innamorarvi di Cristo e di Dio, nella verità dello Spirito Santo.

Don Adriano
Torino, 15 settembre 2009

 

MENSA DEI POVERI

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