L'anima mia ha sete di Dio
Carissimi, tutti noi abbiamo sete dell’amore di Dio, della grazia del Signore, della gioia che ci viene donata dallo Spirito Santo che dà vitalità al dono prezioso e bello della vita. Abbiamo bisogno del perdono che ci fa gustare la gioia di perdonare per amare; di sentirci perdonati con la grazia del perdono del Signore misericordioso: Dio perdona amando in Cristo Gesù nello Spirito Santo.
Che meraviglia! Bisogna che tutta l'umanità, tutti noi impariamo alla scuola del Signore Gesù a perdonare amando, a essere misericordiosi come il Signore è misericordioso nei nostri confronti. Dobbiamo impegnarci a trasmettere la gioia di un giovane che, profondamente ferito, con la preghiera ha saputo perdonare amando. Ecco la sua testimonianza altamente commovente, dopo aver perdonato suo padre: "Ora che mi hai perdonato, voglio vivere”. “Ho perdonato mio padre che aveva ucciso mamma sotto i miei occhi. Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori... Ci misi tre anni a pregare così: non mi riusciva di dire il Padre Nostro neanche con il pensiero. Fu in montagna che, piangendo, pregai con un prete il Padre Nostro... Quando mio padre ricevette la lettera in cui io lo perdonavo, mi rispose: "Volevo togliermi la vita, ma non potevo morire senza il tuo perdono. Ora che me lo hai dato io voglio vivere perché è bello sentirsi perdonati dal proprio figlio che si è mortalmente offeso" (Marco, anni 45).
È bello ciò che ci dice Gesù in merito, per essere misericordiosi verso tutti: «Siate misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordioso" (Lc 6,36).
Ecco la sete di Dio, la sete di perdonare per amare, la sete di servire con gioia il Signore Gesù nei poveri, nelle persone diseredate, disperate, sole, emarginate e nel prossimo. La fede vacilla quando viene meno a causa di molteplici problemi familiari, sociali, esistenziali ed esterni, ma anche a causa di stanchezza fisica e psichica. Le forze sembrano venire meno per la demotivazione, per la chiusura in se stessi e per l’affaticamento. In questi momenti c'è bisogno di intensa preghiera, c’è la necessità di portare la parola di Dio che illumina e che arricchisce la vita spirituale e umana. Dobbiamo cercare “l’acqua viva” (Gv 7,38) indispensabile per vivere e per dissetare il nostro quotidiano.
Carissimi, con il salmista vogliamo pregare chiedendo al Signore il dono dell'acqua viva che ci disseta amandoci: «Oh DIO, tu sei il mio DIO, io ti cerco al mattino; l'anima mia è assetata di te; a te anela la mia carne in terra arida e riarsa, senz'acqua. Poiché la tua benignità vale più della vita, le mie labbra ti loderanno. Così ti benedirò finché io vivo e nel tuo nome alzerò le mie mani. Poiché tu sei stato il mio aiuto, io canto di gioia all'ombra delle tue ali.» (Sal 63,1.3-4.7-8).
La Vergine Immacolata accompagni il nostro cammino di crescita nella fede, nella speranza e nelle opere di carità.
Don Adriano