Mi sono fatto tutto a tutti
Carissimi,
servire il Signore con gioia significa donare per amare; significa entrare in punta di piedi, con profonda sensibilità, nel cuore di coloro che soffrono, che si sentono impotenti di reagire, che si sentono ai margini della società, che sono abbandonati a se stessi e che sono i più poveri tra i poveri. È importante, è bello e arricchente donare, in un servizio amorevole, a coloro che sono nel bisogno e nella sofferenza ciò che gratuitamente abbiamo ricevuto in dono dal Signore. In primo luogo nelle nostre famiglie, e poi via via nell'ambiente in cui trascorriamo il nostro quotidiano: quante persone si aspettano da noi un servizio ricco di amore, di tenerezza, di bontà, di misericordia e di carità!
Non dimentichiamo quello che Gesù ci dice nel Vangelo: «Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo. Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere; fui forestiero e mi accoglieste. E il Re, rispondendo, dirà loro: In verità vi dico: tutte le volte che l'avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me» (Mt 25,34-35.40).
Cristo Gesù riceve l'aiuto che noi doniamo agli altri; lo riceve lui perché è presente anche nei poveri, negli emarginati e negli ammalati. Gesù, alla nostra fine, ci farà dono di se stesso. Non dimentichiamo che Gesù ha voluto essere povero, ed essere rappresentato dai poveri; infatti, ha sempre avuto uno sguardo particolare verso i bisognosi; non solo, ma si è sempre qualificato come “evangelizzatore dei poveri”.
Gesù dice: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per guarire quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la liberazione ai prigionieri, il recupero della vista ai ciechi e per rimettere in libertà gli oppressi» (Lc 4,18). Dobbiamo pertanto impegnare le nostre energie per fare anche ciò che Gesù ha fatto: curare i poveri, consolarli, soccorrerli, servirli con carità, con pazienza, con bontà e con tanto amore. Gesù ha voluto nascere povero, ha voluto servire i poveri, si è messo al posto dei poveri fino a dire che il bene e il male che noi facciamo ai poveri lo riterrà come fatto a lui. Dio ama tutti, e anche i poveri e, per conseguenza, ama quelli che amano i poveri, coloro che si prendono cura dei poveri, che sono attenti ai poveri, che donano il loro prezioso servizio ai poveri, alle persone disastrate, agli sfiduciati e agli indigenti.
Quante persone povere incontriamo nell'arco della nostra giornata! Ma, chiediamoci, noi che cosa doniamo a loro? San Paolo ci dice: «Mi sono fatto tutto a tutti» (1Cor 9,22). Sforziamoci, pertanto, di diventare persone sensibili alle sofferenze e alle miserie del prossimo. Impariamo ad amare da Gesù, a perdonare e ad avere amore verso tutti. La carità è superiore a tutto e a tutti; viviamola con impegno e gioia, e non cessiamo mai di servire il Signore con gioia. Affidiamo questo nostro cammino stupendo alla potenza dello Spirito Santo e alla Vergine Immacolata Madre della Chiesa, di ciascuno di noi e Madre di tutti i poveri.
Don Adriano
