Linee e regole che animano la fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù Eucaristia
Il Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione, animato dal suo fondatore don Adriano Gennari è un dono di Dio a coloro che amano Gesù Eucaristia, che si nutrono del suo corpo spezzato, donato, e del suo sangue versato per rivitalizzare il cuore di tutta l’umanità mettendo al centro del loro vivere la Parola di Dio e la celebrazione eucaristica. Lì il Signore Gesù si rende sempre presente con la potenza del suo infinito amore e ci dona la sua grazia, la sua misericordia e la sua tenerezza, facendoci gustare la gioia di contemplarlo nell’Eucaristia celebrata con fede viva, adorata nel quotidiano e vissuta concretamente in una vita caritatevole.
L’Eucaristia è il sacramento:
- della comunione di vita;
- della fraternità;
- della missione che il Signore ci ha affidato;
- dell’unità con Cristo Gesù nello Spirito Santo;
- della capacità di amare come Gesù ci ama e di perdonare come Dio, Padre buono e ricco di misericordia, ci perdona;
- del pane spezzato che per amore ci spinge ad essere caritatevoli verso tutti i fratelli: “Fate questo – ci dice Gesù – in memoria di me”.
Dal cuore di Dio, fonte di amore, scaturisce l’amore di Cristo Gesù venuto a noi per opera dello Spirito Santo. Di amore Gesù è vissuto; con amore si è donato a tutta l'umanità e, in un gesto supremo d’amore, si è sacrificato e donato per la salvezza di tutti gli uomini.
La spiritualità del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione è un dono prezioso dello Spirito Santo che tutto anima, tutto arricchisce, tutto provvede e tutto dona nella carità di Cristo. Pertanto: amore alla vita, amore all’Eucaristia, amore alla Chiesa, amore ai poveri, amore ai malati, amore agli emarginati, amore ai bisognosi e ai diseredati, il tutto in un servizio attento, rispettoso e amorevole verso tutti, donando tutto ciò che gratuitamente e abbondantemente riceviamo in dono dal Signore.
In questo contesto, nel cuore del Monastero Abbaziale, dove è sorto il centro di spiritualità del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione in Casanova, è presente e operante una fraternità denominata "Piccole sorelle di Gesù Eucaristia." La loro quotidianità è dedicata alla partecipazione all'Eucaristia, alla preghiera e all'adorazione eucaristica, ma anche al lavoro, allo studio e a tutti i servizi necessari per creare un clima accogliente e veramente fraterno. Il lavoro, infatti, è un dono da offrire con amore per esprimere la propria creatività e il proprio dinamismo, donando il meglio di se stesse.
La comunità ha per scopo la ricerca del Signore, per amarlo e farlo amare nel silenzio, nella preghiera, nella liturgia delle Ore, pregando e meditando la Sacra Scrittura e per realizzare il Suo progetto d'amore su ciascuno, camminando nella carità sulla quale saremo giudicati al termine della nostra vita, nel modo con cui Gesù ha amato l'umanità con particolare attenzione ai poveri, ai sofferenti e ai malati.
La fraternità ha la sua dimora nei locali composti da alcune camere situate nel monastero dove è utilizzata anche la cappella dell'adorazione o "deserto", refettorio, lavanderia, stireria, cucina, sala di soggiorno e altri locali di uso comune.
Per chi si sente chiamato a una vita di consacrazione, dopo un serio discernimento e un accompagnamento spirituale, illuminato e in ascolto dello Spirito Santo, è necessario percorrere un cammino di fede e di preparazione per rendersi idonei a portare ovunque il messaggio cristiano evangelico testimoniando la Verità con la propria vita, e la carità di Cristo Gesù. Pertanto, chi dona la propria vita al Signore a tempo pieno è tenuto anche a perfezionarla arricchendola con i voti di povertà, castità e obbedienza al Signore e ai rispettivi superiori della fraternità, amando Cristo Gesù con amore indiviso in castità, mediante la libertà nella povertà e nella donazione totale attraverso l'obbedienza secondo le “norme di fraternità” stabilite.
Nella chiamata alla vita consacrata occorre impegno personale nella ricerca del Regno di Dio, senza sfuggire alla fatica e al sacrificio di vita quotidiana, accettati per amore verso tutti e particolarmente verso i più bisognosi.
La fraternità accoglie in sé chiunque desideri e voglia impegnarsi in una vita di carità e di amore fraterno per irradiare ovunque pace, gioia, serenità e amore cristiano, coltivando la chiamata a rimanere umili e semplici figli di Dio nella Chiesa e che vivono nel mondo la propria vita totalmente consacrata a Dio.
SPIRITUALITÀ
1 – La nostra vocazione a cercare Dio, a lasciarci amare da Dio, ad amare Dio, a essere i testimoni che Dio è fonte di amore, di grazia e di bontà infinita é un grande dono del Signore nello Spirito Santo che va vissuto nell’ascolto della Parola di Dio, nella vita sacramentale, nella lode, nella preghiera, nella contemplazione e nella carità di Cristo Gesù, animata dal fuoco dello Spirito Santo che arde e deve ardere in noi e nel cuore della fraternità.
2 – Si è chiamati in Monastero per vivere, con maggiore intensità, la comunione con Dio; per gioire nello stare alla presenza del Signore; per gustare il silenzio che è fatto per ascoltare Dio il Quale parla nel silenzio; per guardare, con lo sguardo di Gesú, nello Spirito Santo, i fratelli e le sorelle, non per giudicarli, ma per guardarli con gli occhi del Signore amandoli.
3 – Le sorelle vivono totalmente alla presenza di Dio, Padre di amore provvidente che tutto dona perché ama. Pertanto tutto ciò che si è e che continuamente si riceve è dono di Dio. Essi sono chiamati a stare con Gesù, ad impegnare mente e cuore, animati dallo Spirito Santo e rivolti al Signore mettendo al centro della vita comunitaria la persona come dono di Dio; ad esercitare con gioia e umiltà la carità di Cristo in un servizio ricco di bontà, di attenzione e di tenerezza.
4 – Ogni persona chiamata a vivere in comunione con Dio deve impegnarsi a maturare sempre di più nel cammino spirituale con l’azione dello Spirito Santo che sempre incalza, rilancia, porta, conduce e spinge a conformarsi a Cristo Gesù facendo tesoro anche dell’aiuto di una guida spirituale, per discernere la volontà di Dio.
5 – La fraternità vissuta in comunione di vita deve diventare un segno vivo del primato dell’amore di Dio, dell’amore verso il Signore e verso il prossimo. La carità vissuta concretamente nella fraternità deve essere la fiamma che alimenta e arricchisce la vita comunitaria, mettendo in atto il comandamento del Signore: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13, 34; cfr 15, 12), e ciò che dice San Paolo: “Al di sopra di tutto poi vi sia sempre la carità che è il vincolo di perfezione” (Col 3, 14). “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri “ (Gv 13, 35).
6 – Un’autentica comunità di vita non può che essere missionaria con e nella Chiesa e annuncia che:
- -“Dio è carità” (1 Gv 4, 8.16), cioè Amore;
- Dio è Padre di tutta l’umanità: dice con commozione il profeta Osea: “Quando Israele era fanciullo, io l'ho amato e dall'Egitto ho chiamato mio figlio. Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime a Baal, agli idoli bruciavano incensi. A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro” (Os 11, 1-3);
- “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Figlio suo Unigenito affinché chi crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16);
- Dio è misericordioso; Gesù non è “venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano” (Lc 5, 32);
- il cristiano è chiamato a vivere dello stesso amore di Dio che si fa dono a tutta l’umanità: “In questo abbiamo conosciuto l'amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1 Gv 3, 16);
- Dio è provvidente: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?” (Mt 6, 26).
7 – Le sorelle devono mettere al centro della propria vita comunitaria l’Eucaristia che è il cuore della fraternità, della vita della Chiesa, che plasma e rinnova vita e cuore dell’uomo, della fraternità, e la rende missionaria. È il sacramento dell’unità con Cristo Gesù, dell’unità della comunità con la Chiesa. È dono di grazia che rende capaci di amare e di perdonare; di stare davanti a Dio e gioire nell’essere e nel vivere alla Sua presenza.
8 – Pregare con amore e fede la Liturgia delle Ore che scandisce e arricchisce il cammino quotidiano e che mantiene viva la fraternità in comunione con la fonte della vita che scaturisce dal cuore di Dio.
9 – Dedicare del tempo per entrare, sotto l’azione potente dello Spirito Santo, in adorazione eucaristica e quindi in colloquio intimo, silenzioso e mistico con Gesù Eucaristia dal quale si è intensamente amati, illuminanti, colmati di grazia, di tenerezza e di gioia.
10 – Ascoltare la Parola di Dio, viva ed efficace; Parola che interroga, che orienta e plasma la vita dei componenti la fraternità, che diventa alimento prezioso per la vita, per la preghiera, per il cammino quotidiano, per esercitare la carità di Cristo. Pertanto sia pregata, meditata e incarnata nella vita della comunità, nella vita di ciascun membro, Parola che illumina e sostiene la preghiera, la vita di fede e di carità.
11 – Ciascuno si impegni a vivere con amore e gioia i consigli evangelici:
- castità vissuta nell’amore di Dio; ricca di umanità che rende capaci di accogliere, di essere sereni e gioiosi di amare chiunque con il cuore di Dio, dimostrando maturità psicologica, affettiva, dominio di se stessi.
- povertà vissuta nella condivisione: ciò che si ha è dono di Dio; lo stile di vita deve essere vissuto nella semplicità, nell’abbandono totale alla Divina Provvidenza, nella condivisione in servizio ai poveri, ai bisognosi, ai sofferenti e ai malati.
- obbedienza che è un ‘sì’ al progetto che Dio ha su ciascun componente della fraternità e sulla comunità di vita. La volontà di Dio, Padre di infinita bontà, deve compiersi nel cammino della quotidianità per conquistare il dono della santità, della perfezione, in un percorso attivo di conversione, di perdono e di compassione.
12 – La vita comunitaria deve essere vissuta:
a - in comunione accettando l’altra come un dono di Dio;
b - cercando insieme Dio e amarLo intensamente;
c - gareggiando nella carità di Cristo in un servizio gioioso verso tutti al punto da testimoniare al mondo l’insegnamento del Signore Gesù:
- “Da questo riconosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35); e quello degli apostoli:
- “amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda” (Rom 12, 10);
- “Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi” (Rom 12, 16);
- “Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio” (Rom 15, 7);
- “capaci di correggervi l'un l'altro” (Rom 15, 14);
- “aspettatevi gli uni gli altri” (1Cor 11, 33); “mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri” (Gal 5, 13);
- “Perciò confortatevi a vicenda edificandovi gli uni gli altri, come già fate” (1Tes 5, 11);
- “con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore” (Ef 4, 2);
- “Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo” (Ef 4, 32);
- “Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo” (Ef 5, 21);
- “pregate gli uni per gli altri per essere guariti” (Gc 5, 16);
- “Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri” (1Pt 5, 5);
- “siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (1Gv 1, 7);
- “E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l'occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede” (Gal 6, 9-10).
13 – L’orario che regola la giornata deve essere concordato da tutti i membri della comunità tenendo presente il bene di ciascuno e di tutta la comunità: una vera fraternità è solo ed esclusivamente in armonia e in sintonia con le sorelle che la compongono.
14 – L’abito sia semplice e portato con tanto amore.
15 – Il cibo sia sobrio e ben curato per nutrire il corpo, dono prezioso del Signore, con tutto ciò di cui ha bisogno per:
- vivere intensamente la propria spiritualità;
- il suo equilibrio psicosomatico;
- affrontare il lavoro quotidiano alternato alla preghiera.
Tutto concorra per il bene di tutto l’uomo, opera meravigliosa di Dio.
Le Piccole Sorelle di Gesù Eucaristia
Le Piccole Sorelle di Gesù Eucaristia sono chiamate a vivere intensamente, con fede e umiltà, la loro vocazione alla santità, all’adorazione eucaristica e alle opere di carità.
La preghiera deve sempre avere il primo posto nella giornata, perché solo chi prega ama, e solo chi ama prega; non solo, ma ci porta a contemplare Dio e le sue meraviglie; ad adorarlo nell’Eucaristia e a servirlo nei poveri.
La carità di Cristo Gesù sia l’anima della vita quotidiana per amare e perdonare, e sia la gioia di servire ciò che i poveri necessitano: così per i malati, i sofferenti e gli abbandonati.
L’Eucaristia deve essere celebrata e partecipata per ricevere in dono la straordinaria grandezza e ricchezza dell’amore di Cristo per poter dire con la vita: “Per me vivere è Cristo!”
Invocare fin dalle prime luci del giorno la potenza, la forza e la grazia dello Spirito Santo per poter guidare e sostenere il dinamismo della vita donata nella consacrazione.
La vita spirituale sia sempre più arricchita mettendo al centro del proprio vivere Cristo: tutto inizi da lui e ci porti a lui, camminando con Cristo per Cristo e in Cristo.
La Parola di Dio sia nutrimento e arricchimento della vita spirituale per la propria vocazione e missione.
L’adorazione eucaristica sia un tempo prezioso vissuto alla presenza di Gesù Eucaristia contemplando l’infinito amore di Dio presente e operante nel cuore dell’umanità e guardando, estasiati, Colui che ama incessantemente, che perdona amando, che si prende a cuore il nostro vivere e che ci insegna ad amare Dio e i fratelli.
La liturgia delle ore scandisca la quotidianità con la gioia di pregare la Parola di Dio per portarla nel cuore della propria vita. Prima di pregarla si invochi sempre l’opera dello Spirito Santo perché plasmi il proprio vivere e lo vivifichi.
La carità di Cristo sia sempre vivificante nel nostro operare verso chi soffre, chi è malato, chi è ai margini della società, chi è nell’indigenza, chi è il più povero tra i poveri.
La vita fraterna venga vissuta con gioia creando comunione dei cuori, di vita e tenendo sempre ben presente ciò che ci dice Gesù nel Vangelo: «Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri» (1Gv 4,11).
I consigli evangelici siano un forte aiuto a custodire e a favorire l’amore del Signore in piena docilità alla sua volontà che dà pienezza alla legge e alla vita spesa nella gioia per i fratelli e per gli altri.
La castità sia vissuta guardando a Cristo Gesù che ci rende capaci di amarci e amare come lui ama.
La povertà ci renda liberi da tutto ciò che ci impedisce di fare spazio in noi a Cristo Gesù povero, unica nostra grande ricchezza.
L’obbedienza ci renda attenti ai disegni d’amore di Dio, ascoltando la sua voce, nel nostro cammino di ascesi: si obbedisce per amare e per essere amati.
La vita di formazione sia affidata all’azione illuminante dello Spirito Santo e alle persone scelte, tenendo presente i doni che il Signore ha messo nel loro cuore e siano esemplari nel metterli a frutto, nel gioire per la bellezza della loro vocazione, nel cercare Cristo, nell’amare Cristo, nel testimoniare Cristo e nello stare sempre in Cristo.
L’affidamento nel nostro vivere quotidiano anche a Maria, donna di vita donata, amata, vissuta nella contemplazione, nella preghiera, nell’ascolto della Parola di Dio, nel servizio caritatevole ai bisognosi e ai sofferenti. Maria, donna piena di grazia, ci accompagni nel nostro vivere, nel nostro operare con il suo cuore di Madre di Dio, della Chiesa, de Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione e della nostra vocazione.
Norme organizzative
- La Superiora delle componenti la fraternità, che ha il compito di animatrice, viene nominata dal Padre fondatore previa consultazione di tutte le sorelle. La Superiora deve essere umile, attenta nel servire la fraternità dando gloria a Dio in Cristo Gesù nello Spirito Santo cercando il bene per il prossimo, facendosi tutta a tutti.
- Le sorelle che fanno parte integrante della fraternità devono sentirsi corresponsabili del buon andamento della comunità.
- La superiora deve fare proprie le parole di Gesù: «Io sto in mezzo a voi come colui che serve» (Lc 22,27), ricordando che il suo primo servizio è quello di conoscere il disegno di Dio sulla fraternità, e guidare le sorelle in un cammino progressivo nella fedeltà alla vocazione ricevuta in dono dal Signore e all’esercizio costante della carità: «La carità che è vincolo di perfezione» (Col 3,14).
- La superiora è coadiuvata da una consorella vicaria, da due consigliere e un’economa, tutte nominate a seguito votazione e con l’approvazione del Padre fondatore.
- L’economa della fraternità amministra il denaro sotto la vigilanza e il controllo della superiora.
- Le consorelle devono provvedere alla costituzione di un fondo di solidarietà avente lo scopo di sostenere le necessità delle sorelle bisognose che non hanno entrate personali.
- L’economa deve rendere conto mensilmente dell’amministrazione alla superiora.