Vivere amando
Carissimi,
Non c’è gioia più grande, che possa gustare il cuore dell’uomo, di quella di amare: amare intensamente, amare senza sosta, amare perché Dio ci ama.
Tutti noi siamo chiamati ad essere un segno evidente del primato dell’amore di Dio che, amando, opera meraviglie nel cuore dell’umanità; siamo chiamati ad amare Dio, Padre di infinita bontà, e il prossimo, come è stato manifestato e praticato da Gesù Cristo.
Amare Dio, fonte di vita e di grazia “con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze (Dt 6,5) e amare il prossimo “come se stessi” (cfr Mt 22,39) è la più alta vocazione dell’uomo, del Cenacolo eucaristico: entrare, animati dallo Spirito Santo, in comunione con Dio e con gli altri uomini: tutti figli di Dio e nostri preziosissimi fratelli.
Gesù, durante l’ultima cena, ha affidato alla sua Chiesa, e quindi anche a tutti noi, il comandamento nuovo dell’amore reciproco: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34; cfr 15,12); ha istituito l’Eucaristia, fonte di grazia e di carità che, facendoci comunicare all’unico pane e all’unico calice, alimenta e rende operoso l’amore reciproco. Non solo, ma grazie alla comunione di vita, alla preghiera, alla celebrazione eucaristica, all’adorazione eucaristica e alla lode diventiamo, e dobbiamo diventare, segno di comunione fraterna. Dobbiamo diventare testimoni in un mondo spesso profondamente diviso e avere la capacità di condividere beni, affetto fraterno, progetti di vita in un servizio ai poveri e di attività nell’esercizio della carità.
Il Cenacolo deve essere vivo, impegnandosi sempre di più a seguire da vicino Cristo Gesù, inviato dal Padre per formare nel cuore dell’umanità, grazie al dono dello Spirito Santo, una nuova fraternità.
Il Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione deve essere una comunità di vita “pieno di gioia e di Spirito Santo” (At 13,52) che prega con fede e con il cuore per restare con il Signore; per imitare Gesù, buon Samaritano, che ci rende dinamici nel servizio caritatevole ai poveri, ai bisognosi, ai sofferenti; per fare proprio il comando dell’amore reciproco che in Cristo Signore ha la sorgente, il modello e la misura.
Il Cenacolo deve amarsi, deve amare come Gesú ci ha amato e non cessa mai di amarci. È Lui che ci ha amati fino a dare la sua vita. Pertanto la nostra vita, la vita del Cenacolo deve essere partecipazione alla carità di Cristo, al suo amore per il Padre e per tutte le creature; un amore dimentico di sé.
Lasciamoci amare da Dio in Cristo Gesù nello Spirito Santo, amare in modo che possiamo essere continuamente rinnovati con tutta la sua potenza d’amore.
Don Adriano | Febbraio 2014