Chi accoglie e serve il povero, accoglie e serve Gesú
Carissimi,
Vogliamo riflettere sull’importanza che ha l’accoglienza e il servizio ai poveri nel cammino della nostra vita, per crescere e arricchirla spiritualmente e umanamente esercitando la carità di Cristo Signore.
Teniamo sempre presente nel nostro quotidiano l’amore che Dio dona ad ogni uomo. Ma chiediamoci: c’è ancora, oggi, nel cuore dell’uomo la gioia nell’accogliere e nel servire chi è povero, malato, diseredato, il prossimo?
In una società segnata purtroppo profondamente dall’individualismo, dall’egoismo e dall’egocentrismo c’è ancora posto per donare tenerezza, amore, bontà e accoglienza?
Tenendo presente il comportamento, se volete, in modo superficiale e sommario ci si può esprimere così: oggi non c’è più posto, o quasi, nella vita dell’uomo per la gioia di donare e servire, ma, purtroppo, e questo è davvero grave, solo per il mercato, lo scambio utilitaristico, o pressoché, per convenienza: hanno valore solo coloro che rendono.
Pensiamo agli ospedali, alle case di cura, ai convalescenziari, alle case di riposo: sono denominate “aziende”. Non solo, ma è sempre incombente il praticare l’atto del dono per comprare l’altro, togliergli la sua piena libertà, e per convenienza.
Certo che donare, servire, accogliere è sempre rischioso, perché possiamo essere rifiutati, non graditi, oppure ricevuti senza manifestazione di gratitudine e, a volte, il nostro servizio, il nostro donare può essere considerato superato, una perdita di tempo e di energie.
Servire con gioia e fede, carissimi, è sempre un’arte difficile, ma bella, possibile e necessaria per arricchire il nostro vivere; per donare ciò che possediamo, ciò che siamo: ciascuno di noi è un’opera di Dio meravigliosa, ricca di potenzialità e di amore.
Donare e servire significa consegnare un bene nelle mani e nel cuore di un altro senza pretesa di riceverne il contraccambio: si dona perché si ama!
C’è un’espressione bellissima di Gesú riportata negli Atti degli Apostoli che è molto eloquente: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!” (At 20,35).
L’atto di donare, di servire, provoca gioia e la gioia ci spinge a donare amore nella carità di Cristo Gesú.
Non c’è e non ci sarà mai vera gioia per chi è egoista, per coloro che pensano solo ed esclusivamente a se stessi. Non c’è vera gioia senza gli altri: il prossimo è davvero un dono di Dio all’uomo.
Pertanto ogni giorno dobbiamo cercare di impegnarci nel tradurre l’arte di donare amando, e di amare donando con gioia e gratuità, coscienti che qualcosa di bello e di grande abbiamo da donare ai nostri fratelli poveri, sfiduciati e carenti d’amore. Non dimentichiamo che Dio in Cristo Gesú, nello Spirito Santo si è fatto uomo per camminare con lui, per dargli la bellezza e la grandezza della sua vocazione perché possa incontrare e conoscere Dio e per poter vivere con gli altri uomini, veri fratelli in Cristo Gesú, riconoscendoli come preziosi doni di Dio verso i quali orientare il proprio amore.
Don Adriano | Gennaio 2014