Pregare è un’arte per amare
Carissimi,
impariamo a pregare, pregando.
La preghiera è necessaria per nutrire la vita spirituale, per sostenerla, per arricchirla di grazia, di bontà e di carità. Per pregare bisogna imparare ad amare perché solo amando si prega e solo pregando davvero si ama. La preghiera è necessaria per gustare la gioia del silenzio, perché Dio parla nel silenzio.
Il poeta indiano L. Vahira ha composto una stupenda poesia sull’importanza che ha il silenzio quando si contempla, quando si prega, quando si ama: Dio parla nel silenzio:
“Siediti ai bordi dell’aurora, per te si leverà il sole.
Siediti ai bordi della notte, per te scintilleranno le stelle.
Siediti ai bordi del torrente, per te canterà l’usignolo.
Siediti e ai bordi del silenzio, Dio ti parlerà”.
E Gesù dice in merito: “Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6,6).
Pregare, prima ancora che entrare in dialogo con Dio, è ascoltare Dio.
Il grande filosofo latino Seneca ha stupendamente detto: “La preghiera incomincia parlando a Dio e finisce con l’ascoltarlo”. Ma l’ascolto implica silenzio. Il silenzio è prezioso per gustare l’adorazione e la lode al Signore per davvero partecipare alla celebrazione eucaristica e per pregare intensamente.
C’è un racconto molto conosciuto in oriente che narra quanto segue: «Un giorno un discepolo domandò al maestro: “Parlami della preghiera!”. Rispose il saggio maestro: “La dottrina della preghiera è suddivisa in 10 capitoli. Se farai attenzione ne dirò qualcuno: “parlare poco” è l’argomento primo; “tacere” è l’argomento degli altri nove capitoli. Se la tua anima prenderà l’abitudine di tacere, ogni atomo ti parlerà. Tu mormori come un torrente, ma se imparerai a tacere diventerai oceano. In questo oceano ti immergerai e coglierai la perla della preghiera!».
Madre Teresa di Calcutta era solita dire: “Figli miei, senza Dio siamo troppo poveri per aiutare i poveri. Ricordatevi: io sono soltanto una povera donna che prega”.
Solo pregando si ama! Pregare con umiltà e semplicità di cuore. Il superbo non entrerà mai in preghiera! Che bella la parabola del fariseo e del pubblicano che troviamo nel Vangelo secondo san Luca: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo". Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore". Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato” (Lc 18,10-14).
È allo Spirito Santo che si affida al dono della preghiera; è Lui l’anima della preghiera; è Lui che ci immergere nel silenzio per veramente pregare e amare.
Don Adriano | Novembre 2013