Pregare per lasciarsi amare dal Signore
Carissimi,
pregare è necessario per arricchire di vitalità la nostra vita.
La preghiera ci dona la gioia di vivere alla presenza del Signore, di entrare in dialogo profondo con Dio, di rimanere nel suo amore, di contemplare nello Spirito Santo lo splendore del volto di Cristo Gesú, di camminare sulle sue orme, di dare slancio al nostro vivere, di esprimere in una nuova fantasia la carità verso chi soffre, chi è povero, malato, solo, verso il mondo circostante ferito e schiavo dell’odio, del rancore, dell’invidia, della sopraffazione, del potere, della ricchezza sfrenata.
Pregare significa amare, amare per vivere, amare per donare, amare per servire. È pregando che noi entriamo sempre di più in amicizia con Cristo Gesú, l’Amico che sa solo amare e donare senza riserve amore, bontà, tenerezza e misericordia.
È bello stare con il Signore pregando: “È bello per noi stare qui” (Mt 17,4). Pertanto è bene ed è necessario dedicare regolarmente ogni giorno momenti forti di preghiera per andare in profondità nel colloquio silenzioso, luminoso con il Signore dal quale sappiamo e sperimentiamo di essere amati, non solo, ma per condividere con lui e ricevere in dono quell’energia che ci spinge a continuare, fiduciosi, il cammino quotidiano. Ma la preghiera più completa è quella della celebrazione eucaristica, perché è proprio lì che Cristo Gesú nello Spirito Santo si rende nuovamente presente in mezzo a noi: ci spiega le Scritture; scalda, con il fuoco del suo amore, i nostri cuori ancora molto freddi; illumina il nostro vivere e il nostro operare; ci apre gli occhi della fede e ci dona la gioia di riconoscerlo (cfr Lc 24,13-35).
Sempre pregando, allora, siamo chiamati a condividere le gioie e le sofferenze dei nostri fratelli poveri, malati, il nostro servizio caritatevole, imitando Cristo Gesú, nell’intuire il loro desiderio di non sentirsi più soli, emarginati, ma amati.
Ci dice stupendamente san Giovanni: “Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,7-10).
San Paolo in merito dice: “Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo. Così dunque, finché ne abbiamo l'opportunità, facciamo del bene a tutti; ma specialmente ai fratelli nella fede” (Gal 6, 9-10).
Ecco la gioia che ci fa gustare la preghiera: pregando si ama e amando si prega.
Don Adriano | Febbraio 2013