È bello pregare intensamente di vero cuore
Carissimi,
continuiamo il nostro cammino di preghiera per santificare la nostra vita. Abbiamo ancora tanto bisogno di convertirci, di rendere la vita più bella, più pulita, più luminosa e più gioiosa.
Gesú ci esorta a pregare per affrontare le lotte che travagliano il nostro quotidiano, la malattia, l’incertezza del lavoro, la famiglia che manifesta sempre di più la sua fragilità nel portare avanti la propria vocazione, l’egoismo che dilaga sempre di più, l’immoralità che intacca in modo cancerogeno la bellezza e l’armonia della vita dell’uomo.
Gesù conosceva e conosce i problemi pesanti che rendono faticoso il cammino dell’umanità. Conosce e ha conosciuto la debolezza dell’uomo e pertanto ha consigliato caldamente la preghiera. Stupendo quanto ci dice nel Vangelo; ascoltiamolo: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!” (Mt 7, 7-11). Con ciò Gesù non ci insegna ad evadere dei problemi che ci assillano rifugiandoci nella preghiera, ma affrontarli con responsabilità e con energia sostenuti dalla potenza della preghiera.
L’uomo deve sfruttare tutte le sue energie, le sue risorse, i doni che il Signore ha messo nel suo cuore per condurre avanti la propria vita con fiducia, serenità, successo spirituale, morale e materiale e con ottimismo.
Questo è il mese in cui siamo invitati dalla liturgia della Parola a riflettere sul dono della santità. Tutti siamo chiamati ad essere santi: santi in famiglia, santi sul lavoro, santi nella società, santi nell’esercizio della carità, santi nelle proprie parrocchie, nella Chiesa; ovunque la santità ci deve accompagnare e far crescere nella vita spirituale.
Si cresce nel cammino della santità esercitando la carità in un servizio amorevole e sapiente; pregando con fede, partecipando all’Eucaristia, celebrando il sacramento della riconciliazione, la confessione; lavorando con amore e responsabilità per il nostro e l’altrui bene. È bello e importante pregare con gioia il “Padre nostro”: è la preghiera più pregata, più conosciuta e diffusa al mondo; è il capolavoro di tutte le preghiere. È una preghiera da non recitare, ma da vivere nel proprio quotidiano; e maestra di ogni altra preghiera; è la preghiera di Gesù.
Ci dice stupendamente il Vangelo secondo San Luca: “Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli” (Luca 11, 1).
Allora ci chiediamo: come possiamo vivere se non si prega? Anche la carità, come la comanda il Signore Gesù, sulla quale saremo giudicati al termine della nostra vita terrena, non è possibile senza la forza della preghiera. Ci dice Gesù: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15, 12).
Che bello pregare vivendo questo comandamento nel tessuto del nostro quotidiano! Così facendo, carissimi, ci si arricchisce sempre di più del dono della santità che scaturisce dal cuore di Dio, Padre misericordioso, fonte d’amore per tutta l’umanità.
Pertanto, fiduciosi, preghiamo, preghiamo con semplicità di cuore e con umiltà sicuri che se: “Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena “ (Gv 16, 24). Amen
Don Adriano | Novembre 2012