È l'Eucaristia che riempie la nostra vita di amore di Dio
Carissimi,
vogliamo impegnare sempre di più il nostro cuore nel comprendere la potenza, la grandezza e l’importanza che ha l’Eucaristia per la nostra vita di fede, di carità e di speranza per la nostra vocazione alla santità.
Lasciamo che davvero il Signore diventi il battito vitale del nostro vivere, possa donarci il Suo amore nella preghiera, nel silenzio, nell’amicizia, nella gioia e nella comunione fraterna; quando ci sentiamo più tiepidi e sterili, sfiduciati e disorientati.
È bello ciò che ha potuto dirci san Pio da Pietrelcina in merito: “È più facile che il mondo possa vivere senza il sole, piuttosto che senza Eucaristia”. Madre Teresa di Calcutta stupendamente dice: “Non potrei vivere senza l’Eucaristia…è l’Eucaristia che…mi dà la forza per servire i poveri e chinarmi con amore sulle loro piaghe”.
È nell’Eucaristia, che noi celebriamo nella Messa, che noi facciamo memoria della passione, morte, risurrezione e ascensione al cielo di Gesù. Quanto il Signore ha desiderato celebrarla manifestandoci la prova massima del Suo amore! Infatti Gesù ci dice: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per propri amici” (Gv 15, 13). In san Luca: “Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio” (Lc 22, 15). Pertanto, “Ricevuto un calice, rese grazie e disse: Prendetelo e fatelo passare tra voi. Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me” (cfr Lc 22, 17-20).
Gesù è vivo e presente nell’Eucaristia. Lui è, per ciascuno di noi, il Pane dell’amore, della vita e della carità: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (cfr Gv 6, 48-51; 54-57).
È l’Eucaristia che vivifica e santifica la nostra quotidianità, il nostro vivere. Sant’Agostino trovò nell’Eucaristia la sua vita e la sua gioia di vivere. Di Essa dice, citando Gesù mediatore: “Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me” (Conf. 7).
È con l’Eucaristia che Gesù rende fecondo il nostro servizio caritatevole e i nostri impegni di vita. Medita, in merito, Gv 15, 1-5. Allora il nostro impegno, carissimi, deve essere quello di vivere con fede e con gioia grande il dono del mistero dell’Eucaristia rendendo incessantemente grazie a Dio Padre, fonte di vita e di grazia, a Gesù, Verbo incarnato, via, verità e vita, e allo Spirito Santo, fuoco ardente dell’amore di Dio.
Don Adriano | Luglio 2009