La forza dell’amore è la carità di Cristo
Carissimi,
la grande missione da compiere nel cammino della nostra vita è quella di vivere nella carità di Cristo Gesù e di donarla in un servizio caritatevole in famiglia, nelle nostre comunità di vita, nelle nostre comunità di preghiera.
Ogni uomo è fatto per amare e per donare amore nella carità; deve amare per essere caritatevole, per vivere di amore e per amore. Teniamo sempre ben presente che l’uomo tanto vale quanto ama. Così ci insegna anche Maria la Madre di Dio e nostra servendo il Signore nel corso della sua vita, esercitando la carità verso le persone bisognose di amore.
È stupendo il brano di Vangelo in merito che ci parla di Maria in servizio presso la cugina Elisabetta: «In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo, e in quel momento fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,39-45).
Maria è la donna del silenzio, della preghiera, dell’ascolto della Parola di Dio. È la ‘piena di grazia’ perché il Signore ‘è con lei’ (cfrLc 1,28). Ha ‘trovato grazia davanti a Dio’ (Lc 1,30) e lo Spirito Santo viene su di lei (cfr Lc 1,35). È ‘benedetta fra le donne’ (Lc 1,42); è la ‘serva del Signore’ (Lc 1,38.48); è ‘beata perché ha creduto’ (Lc 1,45).
Maria, con la sua vita ricca di fede, ci dice che la vocazione di ogni uomo, di tutta l’umanità, deve essere, con la potenza dello Spirito Santo, tutta un canto d’amore, di grazia e di bontà. Dove non c’è amore, carità e servizio non c’è vita. “Chi non ama rimane nella morte” (1Gv 3,14).
Maria ci dice ancora che amare è servire! L’ultima cena inizia con Gesù che si alza da tavola, depone le vesti, prende un asciugatoio, se lo cinge attorno alla vita, versa dell’acqua in un catino e comincia a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Gesù ci insegna che servire è amare! Egli “non è venuto per farsi servire, ma per servire” (Mt 20,28).
Gesù si curva su di noi per guarire le nostre piaghe, per amarci così come siamo, per ridonarci fiducia e speranza, per dirci che – uso le parole di san Paolo – “Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto” (Col 3,14).
E nel Cenacolo Gesù ci insegna l’amore fraterno: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”(Gv 13,35). E poi, con insistenza, aggiunge: “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando… Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri” (Gv15,14.17).
Anche il nostro Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione deve essere il luogo, la casa della carità, della bontà, del perdono, dell’accoglienza, della preghiera: dove si prega, davvero si ama!
A Maria, Madre di tutti noi, affidiamo questo nostro stupendo cammino.
Don Adriano