Io sono il pane della vita
“Io sono il pane della vita” (Gv 6,35)
Carissimi,
al mondo del nostro tempo manca il pane dell’amore, della grazia e della misericordia del Signore; il pane della bontà, del perdono e della carità di Cristo; il pane della vita ricevuta in dono dal Signore e il pane della difesa della vita: è il pane di Gesù.
È stupendo ciò che dice Gesù a noi e a tutta l’umanità: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero» (Gv 6,32). Il pane di Dio è Cristo Gesù, amore del Padre donato a tutti per la salvezza dell’uomo (cfrGv 6,33).
Pregando il “Padre nostro” insegnatoci da Gesù noi chiediamo: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano» (Mt 6,11). Anche oggi l’uomo grida di avere fame. Il mondo ha bisogno di Dio, di Cristo Gesù e della potenza dello Spirito Santo.
Quale fatica il pane quotidiano! Ma è necessario. Non sempre c’è lavoro, non subito si è retribuiti; neanche le stagioni a volte sono favorevoli.
Gesù ci fa domandare al Padre il pane; ci fa domandare la vita, la gioia di vivere, di essere figli di Dio; la gioia di donare per amare, di servire Gesù presente nei malati, nei poveri, nelle persone abbandonate a se stesse, in coloro che sono ai margini della società, in coloro che sono sfruttati, umiliati e senza fissa dimora.
Gesù è il pane vivo per l’uomo; è il pane che vivifica la vita dell’umanità.
È stupendo quando, partecipando all’Eucaristia, proprio nel cuore della celebrazione, il sacerdote, portando nel cuore tutta l’umanità, invoca lo Spirito Santo sui doni: pane e vino, e così prega intensamente: “Padre veramente santo, fonte di ogni santità, santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito perché diventino per noi il corpo e il sangue di Gesù Cristo nostro Signore”. E subito dopo dice: “Egli, offrendosi liberamente alla sua passione, prese il pane e rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi”. Dopo la cena, allo stesso modo, prese il calice e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli e disse: “Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me”.
Gesù prende nelle mani tutto l’amore del Padre e nello Spirito Santo lo dona a tutta l’umanità: lì c’è tutto Gesù! Lì c’è tutto il Padre che nutre tutta l’umanità, la sua Chiesa, le nostre famiglie, i nostri cuori.
Con il salmista preghiamo: «Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa e tu provvedi loro il cibo a suo tempo. Tu apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente» (Sal 144,15-16).
Don Adriano