Maria, donna della gioia e della carità di Cristo Gesù
Carissimi,
«Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1,28); queste sono le parole dell’angelo rivolte a Maria. “Rallegrati”, cioè “gioisci” per tutto ciò che Dio ha compiuto e compirà in Cristo Gesù, verbo incarnato per opera dello Spirito Santo.
Maria, amata da Dio, riceve in dono la grazia del Signore e la gioia di servirlo nella carità di Cristo. Pertanto, essendo Maria piena di grazia e di amore di Dio, si deve rallegrare.
Così tutta l’umanità è chiamata a vivere l’amore infinito di Dio donato nel cuore di ciascuno di noi. San Paolo, scrivendo ai cristiani di Efeso, ci dice: «predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto» (Ef 1,5-6).
È la gioia di Dio che si comunica agli uomini. Pensate che la grazia di cui è stata colmata Maria è il dono più perfetto che possa essere concesso a una creatura. Pertanto, gioire significa lasciarsi penetrare dall’immensità della gioia di Dio che vuole colmare l’esistenza umana e invadere totalmente l’uomo.
È importante tenere presente che la gioia e la grazia di Dio, mediante Maria, entrano nell’umanità: è una gioia che si nutre della fiducia in Dio. Maria è la donna che serve il Signore con gioia e che esercita con gioia la carità di Cristo verso i bisognosi. La carità di Cristo in lei si fa servizio amorevole e attento ai bisognosi. Maria aveva capito che la carità è Dio che prende possesso dell’uomo, lo trasforma, vive e opera in lui e per lui.
L’uomo è fatto per la carità, è fatto per amare Dio e il prossimo. San Giovanni nella sua prima lettera dice: «Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri» (1Gv 4,11). E san Paolo scrive: «Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore» (Rm 13,8-10).
Nell’ultima cena il Signore Gesù ci ha dato il suo comandamento dicendo: «Amatevi», poi ha lavato i piedi ai discepoli per insegnarci che la carità è servizio: «Vi ho dato l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13,15). E ancora: «Il Figlio dell'uomo, non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti» (Mt 20,28).
Prendendo esempio da Maria comprendiamo che per essere amati dobbiamo amare; tutto si riceve gratuitamente da Dio in Cristo Gesù nello Spirito Santo per tutto donare, fino a che Dio sia tutto in tutti.
Don Adriano