Mi sono fatto tutto a tutti
Tema: «Mi sono fatto tutto a tutti» (1Cor 9,22)
Carissimi,
È bello ed è arricchente servire Cristo Gesù nei poveri; ma chiediamoci subito: serviamo con gioia Gesù nei poveri? Il nostro atteggiamento, il nostro comportamento si esprime soffermandosi all’esteriore, oppure va oltre? Va nel cuore della persona bisognosa, nel cuore delle persone?
Teniamo sempre presente che Dio, in Cristo Gesù nello Spirito Santo, ha voluto essere povero, non solo, ma ha voluto essere rappresentato dai poveri. Chi di noi non è povero?
Gesù annuncia e serve i poveri con gioia, con dolcezza, con tenerezza, con lo sguardo sempre attento ai poveri; li consola, li soccorre, li riveste della loro dignità. Egli stesso ha voluto nascere povero; ha voluto servire i poveri con amore e comprensione; ha voluto mettersi al posto dei poveri per poterci dire: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (Mt 25,40). Di conseguenza tutto ciò che noi facciamo ai poveri, ai diseredati e ai sofferenti è come se lo facessimo a Gesù stesso.
Dio ama i poveri e coloro che dedicano le loro energie, tempo e servizio caritatevole nei loro confronti. Nel libro del Siracide leggiamo: «Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero, non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi. Non rattristare un affamato, non esasperare un uomo già in difficoltà. Non turbare un cuore esasperato, non negare un dono al bisognoso. Non respingere la supplica di un povero, non distogliere lo sguardo dall'indigente. Da chi ti chiede, non distogliere lo sguardo, non offrire a nessuno l'occasione di maledirti» (Sir 4,1-5).
È bella la preghiera Eucaristica V/C del prefazio che dice: «È veramente giusto renderti grazie, Padre misericordioso: tu ci hai donato il tuo Figlio, Gesù Cristo, nostro fratello e redentore.
In lui ci hai manifestato il tuo amore per i piccoli e i poveri, per gli ammalati e gli esclusi. Mai egli si chiuse alle necessità e alle sofferenze dei fratelli. Con la vita e la parola annunziò al mondo che tu sei Padre e hai cura di tutti i tuoi figli. Per questi segni della tua benevolenza noi ti lodiamo e ti benediciamo, e uniti agli angeli e ai santi cantiamo l'inno della tua gloria».
Pertanto chiediamo a Dio, fonte di amore e di carità, di donarci la gioia di amare e di servire Gesù presente nei nostri fratelli, in tutti i fratelli, e di colmare i nostri cuori della sua carità misericordiosa e compassionevole, perché possiamo con generosità andare incontro alle necessità di tutti coloro che bussano al nostro cuore, con un gesto prezioso di umiltà, di servizio e di condivisione che si impongono sempre di più, consapevoli delle necessità che travagliano l’uomo del nostro tempo.
Don Adriano