La preghiera ci fa vivere alla presenza di Dio
Carissimi,
la preghiera ci porta a vivere alla presenza del Signore e ci fa gustare e vedere quanto lui è buono.
Pregando si accoglie ciò che il Signore Gesù ci dona per opera dello Spirito Santo, perché poi noi lo possiamo donare.
È fondamentale per la nostra vita cristiana ringraziare il Signore per lo splendore del dono della vita, per le meraviglie del creato, del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione, dei fratelli e delle sorelle che ci aiutano a sostenere le difficoltà che si presentano nel nostro quotidiano. Ringraziamo il Signore perché noi possiamo essere nel Cenacolo strumenti della carità di Cristo vissuta in servizio ai fratelli più svantaggiati, ai poveri sempre più numerosi, ai malati bisognosi di conforto e di aiuto. Ringraziamo il Signore, inoltre, perché possiamo essere strumenti di evangelizzazione in piena comunione con tutta la Chiesa.
Allora il volto di Cristo Gesù ci rivela l’intenso amore del Padre che si riversa incessantemente nel cuore dell’umanità. È importante, pertanto, che la preghiera, la partecipazione all’Eucaristia, le opere di misericordia e di bontà diventino, nel nostro vivere, gentilezza, tenerezza e uno sguardo di comprensione verso il prossimo e in particolare verso quello in difficoltà, bisognoso di aiuto concreto, di una parola di speranza e di una testimonianza di fede.
In particolare, per noi del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione, è importante mantenere vivo e sempre più operante il servizio della mensa dei poveri che è una nostra iniziativa di carità e di sostegno ai fratelli indigenti. Così facendo non compiamo unicamente opere di bene, che donano certamente gioia e gratificazione, ma ci impegniamo a imitare il modo di agire di Dio, facendolo conoscere e amare,e facendo scoprire il suo volto meraviglioso.
Voglio concludere questa mia riflessione citando un episodio della vita di santa Teresa di Calcutta.
“Un giorno nella casa di Calcutta portarono una donna raccolta dal marciapiede che versava in condizioni disperate: aveva il corpo ricoperto di piaghe purulente. Madre Teresa la accolse con tutta la dolcezza di cui era capace, la curò e la lavò. Quella povera creatura, però, nonostante tutte quelle attenzioni continuava a imprecare. La Madre, dal canto suo, continuava ad asciugarle il sudore e a inumidirle le labbra arse. Finalmente la donna esclamò: ‘Suora, ma perché fai così? Non tutti fanno come te, chi te lo ha insegnato?’ Madre Teresa, con il candore della sua anima, rispose: ‘Me l'ha insegnato il mio Dio’. E quella donna chiese: ‘Fammelo conoscere il tuo Dio’. A questo punto Madre Teresa, abbracciandola, le donò l'ultima incantevole risposta:“Il mio Dio tu adesso lo conosci. Il mio Dio si chiama Amore".
Insieme preghiamo: «O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, di te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne,come terra deserta, arida, senz'acqua. Così nel santuario ti ho cercato, per contemplare la tua potenza e la tua gloria» (Sal 63).
Don Adriano