Apriamo i nostri cuori e gli occhi ai sofferenti, agli emarginati, ai poveri più poveri
Carissimi,
la nostra bella e grande vocazione umana e cristiana è quella di servire Gesù vivo e presente in mezzo a noi, nei fratelli bisognosi di amore, di tenerezza, di attenzione e di aiuto.
«La carità – ci dice san Paolo – non avrà mai fine» (1Cor 13,8).
San Giacomo ci dice: «Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?» (Gc 2,5).
Il nostro arricchente vivere è quello di servire il Signore con gioia. Nel nostro cammino di vita teniamo sempre ben presente ciò che ci dice Gesù nel suo Vangelo: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (Mt 25,40).
Gesù ha voluto essere presente anche nei poveri, nelle persone malate ed emarginate per vedere in che modo noi lo serviamo nei fratelli che sono ai margini della società, che sono bisognosi di aiuto e di carità.
Il servire Gesù nei poveri non è un donare delle cose, del denaro; non è un certo prestigio, ma dono di una persona che si impegna ad amare come Cristo Gesù ci ha insegnato.
Amare vuol dire donare il meglio di noi stessi nella carità di Cristo. L’amareil prossimo più prossimo rende prossimo Dio, anzi, è Dio stesso che ama in noi, che ci porta a dire con la vita: «Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi» (1Gv 4,16). San Giovanni nella sua prima lettera ci dice ancora stupendamente: «Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità» (1Gv 3,16-18).
Anche i nostri santi ci insegnano a servire con gioia il Signore presente anche nei poveri e nel prossimo; ci insegnano ad amare come Cristo ci ha amati; a portare loro, servendoli, il profumo dell’amore di Dio.San G. B. Cottolengo ci insegna a servire il prossimo, i poveri, i sofferenti in ginocchio e con gioia grande nel cuore.
Concludo pregando: O Dio, Padre di infinita bontà, che hai scelto nel cuore dell’umanità i piccoli, i deboli e i poveri per confondere i ricchi, i potenti e i grandi, ti rendiamo grazie per la dolcezza del tuo amore donato senza misura a coloro che soffrono, che sono nella malattia e che si affidano alla tua infinita misericordia. Fa’ che anche noi, sotto la potenza dello Spirito Santo, possiamo donare cuore e mani ricchi della tua benedizione, servendoti e amandoti nel prossimo.
E tu, o Maria, madre dei poveri, accompagna questo nostro cammino caritatevole come tu hai saputo fare. Amen.
don Adriano