Se uno mi ama, osserverà la mia parola, il Padre mio lo amerà (Gv 14,23)
Carissimi,
La Pasqua, nella quale facciamo memoria della morte e della risurrezione del Signore, ci immerge nel cuore della vita donata dall’amore di Dio e nella salvezza che Gesù nello Spirito Santo ha donato a tutta l’umanità. Vita che non ci sarà mai più tolta, ma al termine del nostro cammino, entreremo trasformati, luminosi e gioiosi, nella pienezza della vita.
Gioire significa amare l’opera di salvezza che Gesù ha compiuto nello Spirito Santo, donando se stesso per la gioia di tutta l’umanità, e perché l’umanità potesse vivere la vera vita in Cristo Gesù nello Spirito Santo alla presenza di Dio che è Fonte della vita senza fine.
Quando vedremo finalmente il volto meraviglioso di Dio, allora, saremo davvero raggianti di gioia. In questa vita cerchiamo sì il volto di Dio, ma lo vedremo in pienezza quando saremo risorti in Cristo Gesù. È bello pregare con il Salmista così: «O Signore, ascolta la mia voce, quando grido a te; abbi pietà di me e rispondimi. Il mio cuore mi dice da parte tua: “Cercate il mio volto”. Io cerco il tuo volto, o Signore. Non nascondermi il tuo volto, non rigettare con ira il tuo servo; tu sei stato il mio aiuto; non lasciarmi e non abbandonarmi, o Dio della mia salvezza. Oh, se non fossi stato certo di vedere la bontà del Signore nella terra dei viventi! Spera fermamente nel Signore; sii forte, si rinfranchi il tuo cuore; spera fermamente nel Signore» (Sal 27,7-9.13-14).
San Paolo ci invita a vivere momento per momento con lo sguardo rivolto a Gesù sperando e amando; ascoltiamolo: «Siate lieti nella speranza, costanti nell'afflizione, perseveranti nella preghiera; provvedete ai bisogni dei santi, esercitate l'ospitalità» (Rom 12,12-13).
Con la grazia e la gioia nel cuore la vita è luminosa, si riveste di bellezza, rende forte il cammino a volte faticoso e il quotidiano più leggero. La gioia della vita scaturisce dall’amore di Dio perché “Dio è amore” (1Gv 4,16).
La Pasqua del Signore Gesù è dono d’amore e di vita a tutte le sue creature. Senza la Pasqua del Signore l’uomo non potrebbe realizzare la sua vocazione a cui è stato chiamato; sarebbe spento, incapace di essere se stesso e non potrebbe mai gustare la gioia di essere amato per amare.
Vivere da risorti in Cristo Gesù significa pregare con fede così: “Tu sei il mio Signore; non ho alcun bene all'infuori di te” (Sal 16,2). Senza Dio l’uomo è in preda della tristezza. Con Dio tutto è amore perché Dio è bontà infinita, gioia e felicità. È l’amore che misura la felicità di un’esistenza, non solo, ma si è davvero felici proprio perché si ama.
Un grande amore colma di gioia il cuore, santifica davvero la propria personalità come quella dei nostri santi. I santi hanno saputo irradiare l’amore di Dio, nella propria vita esercitando la carità di Cristo in servizio al prossimo, come ci insegna san Giuseppe Benedetto Cottolengo.
Auguro a voi tutti una santa Pasqua ricca di grazia, di pace e di salute.
don Adriano