Anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo
Anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo (Fil 3,12)
Carissimi,
oggi vi invito a riflettere con me su ciò che san Paolo ha voluto dire di se stesso, cioè di essere “stato conquistato da Gesù Cristo”; lo dice con la vita e con tanta gioia nel cuore.
Che bello sentirsi avvolti e conquistati dall’amore di Dio, di Gesù e dello Spirito Santo. Ma, noi ci lasciamo amare da Dio? Apriamo il nostro cuore e la nostra vita al Signore? Pregando, carissimi, davvero ci lasciamo amare per donare amore.
Celebrando l'Eucaristia noi gustiamo la gioia, quella vera, di sentirci conquistati dalla grazia di Gesù nello Spirito Santo; l’Eucaristia deve tradursi nel quotidiano, nelle opere di bontà e di carità, mettendo noi stessi a servizio dei poveri, dei sofferenti, delle persone bisognose di aiuto, di attenzione e di comprensione.
Gesù ci conquista perché noi amiamo come lui ci ama; dobbiamo amare donando il meglio di noi stessi ai più bisognosi; donando ciò che Gesù gratuitamente ha messo dentro di noi.
È bello sentirsi profondamente conquistati dall’amore di Dio! Conquistati, però, per conquistare. Ma in che modo si conquista? Ad esempio, perdonando chi ci ha fatto del male e chi ha causato in noi delle ferite sanguinanti. Pertanto, bisogna perdonare per amare e per guarire; per curare chi è nella sofferenza, nel dolore e nella disperazione causata da molteplici motivi. Tutti possiamo perdonare perché il perdono non è un sentimento, ma una decisione.
Quando siamo conquistati dalla grazia del Signore noi viviamo il comandamento della Carità che è il primo di tutti i comandamenti (Mc 12,30-31). Leggiamo pertanto in merito il brano che troviamo nel Vangelo di Marco: «Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Gesù rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi». Allora lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”. E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo» (cfr Mc 12,28-34).
È meraviglioso questo colloquio, ed è importante tenere presente che l’ultima parola è sempre quella di Gesù che ci fa comprendere che Dio ci ha amati per primo (Ger 31,3; 1Gv 4,10.19).
Chi ama, si accosta particolarmente a chi è bisognoso di aiuto. Che bello, allora, essere afferrati per afferrare! Il cuore di ogni comandamento è il primato dell’amore a Dio e al prossimo: lì davvero Cristo Gesù ci afferra per donarci amore, perché noi amiamo Dio con tutto il cuore e perché amiamo il prossimo come noi stessi. Sì, dobbiamo amare anche noi stessi, sue creature, perché siamo l’opera meravigliosa scaturita dal cuore di Dio, ricco di amore infinito per tutta l’umanità.
Impegniamoci a vivere con fede e con intensa preghiera la solennità del Natale del Signore.
Vostro don Adriano