Lo Spirito Santo scenda con potenza nei nostri cuori
Carissimi,
sempre tanto amati dal mio cuore sacerdotale, dopo la breve pausa estiva, noi tutti siamo desiderosi di ripartire con il fuoco dell’amore di Dio con più spirito di dedizione, di fede e di carità per crescere e far crescere sempre di più la nostra vita spirituale. Non solo, ma dobbiamo far crescere anche la gioia di operare nel nostro quotidiano con la carità e la bontà di Cristo Gesù.
Pertanto dobbiamo essere un segno sempre più eloquente dell’amore di Dio che si prende cura dell’umanità, dei malati, dei sofferenti, dei poveri, delle persone che vivono ai margini della società e che chiedono aiuto per essere ascoltate, comprese e accolte.
Gesù durante l’ultima cena ha affidato ai suoi discepoli e a tutti noi il comandamento dell’amore reciproco: «Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato; anche voi amatevi gli uni gli altri» (Gv 13,34; cfr anche 15,12). Gesù ci ha fatto il dono sublime dell'Eucaristia che, facendoci comunicare all’unico Pane e all’unico Calice, alimenta l’amore reciproco.
È bella la preghiera di Gesù che chiede al Padre per tutti noi l’unità, la carità e la gioia di vivere insieme: «come tu, o Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi uno in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 17,21). È l’amore di Cristo diffuso nei nostri cuori che spinge tutti noi a creare amore e comunione di vita nei fratelli e sorelle fino ad assumerci le loro debolezze, i loro problemi e le loro difficoltà.
Con l’aiuto dello Spirito Santo dobbiamo imparare ad amare Dio, ad amare i fratelli e le sorelle che ci vivono a fianco; dobbiamo amare la nostra famiglia, i bisognosi, i poveri, le persone abbandonate a se stesse e i malati.
Quanta sofferenza sta travagliando l’umanità, le nostre famiglie e ciascuno di noi! Abbiamo bisogno del fuoco dello Spirito Santo per vivere intensamente l’amore di Dio, la carità di Cristo Gesù nel nostro quotidiano. Abbiamo bisogno di imparare a pregare per amare e per servire il Signore con gioia, per calare la preghiera fatta con fede, in un servizio caritatevole ai fratelli e alle sorelle che si trovano nell’indigenza, nella povertà, nella malattia e nella fragilità.
San Paolo ci dice in merito: «Or non veniamo meno nell'animo facendo il bene; se infatti non ci stanchiamo, raccoglieremo a suo tempo. Mentre dunque abbiamo l'opportunità, facciamo del bene a tutti, ma principalmente a coloro della famiglia della fede» (Gal 6,9-10).
San Giacomo ci dice: «Pregate gli uni per gli altri per essere guariti» (Gc 5,16). E san Pietro aggiunge: «Sottomettetevi tutti gli uni agli altri e rivestitevi di umiltà, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili» (1Pt 5,5). Poi san Paolo conferma: «Rivestitevi dell'amore che è il vincolo della perfezione» (Col 3,14).
Uniti a Maria, Madre di Gesù, della Chiesa e di tutti noi, percorriamo questo cammino di fede, di preghiera e di carità, perché dove c’è amore lì c’è Dio che ama.
don Adriano