Gesù insegna ad amare amando
Carissimi,
san Giovanni, nella sua prima lettera, ci dice: «Chi non ama rimane nella morte» (1Gv 3,14).
L’amore di Dio è vita dell’uomo; è gioia di donare amando, ma, ci chiediamo: dove ha origine l’amore? Risponde splendidamente l’apostolo Giovanni:
«Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio, chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore» (1Gv 4,7-8).
Dio è bontà infinita; Dio ama sempre tutta l’umanità, in Cristo Gesù nello Spirito Santo, anche quando l’uomo, per debolezza e fragilità umana, si lascia affascinare dal peccato. È stupendo ciò che ci dice il Libro della Sapienza: «Signore, hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento. Poiché tu ami tutte le
cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi, o conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita; poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose» (Sap 11,23-36; 12,1).
Teniamo sempre ben presente che il nostro vivere riceve l’impulso dell’amore di Dio e deve essere l’espressione del suo amore: amore verso tutto e verso tutti; verso i piccoli, verso i malati, verso i poveri più poveri e verso coloro che sono senza fissa dimora.
Tutti siamo e tutti sono preziosi agli occhi e al cuore di Dio. È bello ciò che preghiamo con il salmista:
«Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta; porgi l'orecchio, ascolta la mia voce, mostrami i prodigi del tuo amore:
tu che salvi dai nemici
chi si affida alla tua destra. Custodiscimi come pupilla degli occhi, proteggimi all'ombra delle tue ali,
di fronte agli empi che mi opprimono,
ai nemici che mi accerchiano» (Sal 16, 6-9).
E san Paolo aggiunge: «Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione» (Col 3,14).
La nostra grande e unica vocazione è quella di amare, di esercitare la carità di Cristo e di fare del bene a tutti senza discriminazione: tutti sono opera meravigliosa di Dio. Noi dobbiamo condividere il nostro bene indistintamente con tutte le persone perché è un bene che non ci appartiene, ma che ci è stato donato dal Signore.
Concludo con la preghiera stupenda di sant’Agostino che facciamo anche nostra: “Dammi te stesso, Dio mio, restituiscimi te stesso. Io ti amo. Se così è poco, fammi amare di più. Non posso misurare per sapere quanto manca al mio amore perché basti a spingere la mia vita tra le tue braccia e di là non toglierla finché rimanga sempre al riparo del tuo volto. So questo soltanto: che tranne te, per me tutto è male, non solo fuori di me, ma anche in me stesso, e che ogni mia ricchezza, se non è il mio Dio, è povertà”.
don Adriano