Ama la vita e vivila in pienezza
Carissimi,
è bello vivere per amare, e amare per vivere.
Il vivere la vita significa accogliere l'amore che scaturisce dal cuore di Dio. È Dio la fonte della nostra vita. Tutto è stato creato da Dio in Cristo Gesù nello Spirito Santo per vivificare la preziosità del nostro vivere.
Pensiamo al creato in cui siamo immersi per gioire nel vivere: le piante, i meravigliosi fiori, le preziose erbe che possiedono forme mirabili, colori stupendi, foglie che esprimono la bellezza della propria pianta, frutti che danno vitalità al dono della vita. Anche gli animali esprimono la bellezza della propria vita secondo le loro varietà e caratteristiche.
Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo. Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli
uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona» (Gn 1,20 s). Queste sono forme meravigliose di vita e sono a servizio dell'uomo, ma tutto deve essere amato, rispettato e usato con riconoscenza verso Colui che tutto ha creato. Guai a fare soffrire le meraviglie che ci circondano! Ci dice stupendamente Shaw: “Solo la nostra stoltezza ci impedisce di trasformare il mondo in un piccolo paradiso” (G.B. Shaw).
La vita umana è e deve essere apertura a Dio, al suo infinito amore, alla sua grazia, alla sua misericordia, al suo perdono, alla sua bellezza, alla sua grandezza; lì sta la vera vita, la gioia di viverla e di amarla, di custodirla con tutte le nostre forze. Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza (cfr Gn 1,26s). E il libro della Sapienza dice che Dio, in Cristo Gesù, ama tutte le cose: «Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita» (Sap 11,26). Dio stesso, pertanto, invita e raccomanda all'uomo, che è la meraviglia delle meraviglie, la cura della vita. Non solo gli proibisce di uccidere, ma vuole anche che combatta tutto ciò che deturpa il proprio e l’altrui corpo, il sudiciume dell'ambiente, il lavoro sfibrante, la trascuratezza e il disordine, gli eccessi nel bere e nel mangiare, l'uso di stupefacenti e tutto ciò che lascia un senso di atroce assuefazione.
È bello ciò che dice sant’Ireneo: “L'uomo vivente è gloria di Dio”.
Nel libro della Sapienza leggiamo: «Tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata» (Sap 11,24). Tutto è segno dell'amore di Dio. Pertanto, la nostra vita è sempre attiva, rinvigorita dalla grazia del Signore:
«In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo » (At 17,28). Anche sant'Agostino stupendamente in merito ci dice: “Tu ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto sino a quando non riposa in te”. Al giovane ricco che gli chiedeva che cosa dovesse fare per entrare nella vita eterna, nella pienezza dell'amore di Dio, Gesù rispose: «Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti» (Mt 19,17). Inoltre, tra i comandamenti da osservare, Gesù ancora aggiunge: «Non uccidere» (Mt 19,18). Dunque, tutto ciò che minaccia la vita deve essere combattuto: fame, malattie endemiche, violenza, soprusi, guerre, omicidi, genocidi, aborto, eutanasia, suicidio volontario, violazione dell'integrità della persona umana, le torture e tutto ciò che offende la dignità umana.
Guai a chi offende la bellezza e la grandezza della vita.
Maria, la Madre del Signore, della Chiesa e di ciascuno di noi, che è stata esemplare nel gioire e nel vivere intensamente la vita, ci sostenga e susciti in noi il fervore dell’amore alla vita, dono immenso che Dio ha elargito a tutta l'umanità. Pertanto ognuno si impegni per arricchire la propria vita con le opere di bontà, di tenerezza, di grazia e di servizi gioiosi caritatevoli verso i fratelli e le sorelle bisognosi, poveri, emarginati, malati e sofferenti.
Don Adriano