Lettera ai volontari
Agosto 2016
Carissimi volontari e volontarie,
e tutti voi che siete parte integrante del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione, vi esorto a continuare il cammino di vita animato dalla preghiera e arricchito dalle opere di carità, di bontà e di servizio anche in questo prossimo nuovo anno.
Vogliamo impegnarci nel gioire di vivere il nostro quotidiano rendendo grazie al Signore per il dono della comunione dei nostri cuori in Cristo Gesù e della vita fraterna che affidiamo all’opera meravigliosa dello Spirito Santo affinché porti sempre di più frutti abbondanti nelle nostre famiglie, nel nostro Cenacolo, nella Chiesa e in ciascuno di noi.
Dio, creando l’uomo che è bellezza e grandezza del suo amore, lo ha creato per vivere in comunione di vita. Non c’è vita dove non c’è l’amore di Dio. L’uomo è stato creato per vivere in comunione con il Signore, con le persone care al cuore di Dio e con se stessi.
Teniamo sempre ben presente ciò che il Signore Gesù ha donato a tutta l’umanità: il comandamento nuovo dell’amore reciproco. Gesù, durante l’ultima cena ci dice: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34; cfr 15,12); non solo, ma ha istituito l’Eucaristia, sacramento dell’amore di Dio Padre, di Gesù, e dello Spirito Santo; dell’amore reciproco per creare unità di cuori e vera fraternità, animata dalla carità vissuta con intensità di dedizione ai poveri, ai bisognosi, agli indigenti e a coloro che sono ai margini della società.
Il Cenacolo si impegna ad amare e a preferire tutto ciò che Gesù ci insegna ad amare e a preferire, e deve raggiungere, con la forza della preghiera e dell’Eucaristia coloro che sono davvero poveri, che si sentono rifiutati, non amati, non compresi e abbandonati a se stessi. Che missione meravigliosa il Signore ci ha affidato: solidarietà, fraternità, aiuto e sostegno reciproco nella carità!
I poveri sono la gioia del nostro Cenacolo, e noi dobbiamo servirli con delicatezza, con discrezione e con attenzione.
Che bello servire il Signore con gioia! Noi dobbiamo vivere per servire e servire per amare guardando Gesù presente nell’affamato, in colui che è in carcere, nell’ammalato, in colui che è solo o che è nella tristezza, in colui che sbaglia o in colui che ha bisogno di essere ascoltato e consigliato.
Noi dobbiamo essere testimoni che Dio non cessa mai di amare, di perdonare, di guarire e di salvare. Dobbiamo diventare segno vivo e operante della carità di Cristo Signore. Ma, prima di realizzare quanto ci è stato detto sopra, bisogna che ci impegniamo a diventare davvero fratelli e sorelle, persone che si vogliono bene, che “gareggiano nello stimarsi a vicenda” (cfr Rom 12,10); che sanno donare il meglio di se stesse; che, mediante la carità, siano “a servizio gli uni degli altri” (Gal 5,13); che “preghino gli uni per gli altri” (cfr Gc 5,16); che non si “stanchino di fare il bene a tutti…” (cfr Gal 6,9-10).
Concludo questa mia citando ancora san Paolo: «Rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,2-5).
Tutto e tutti affidiamo a Maria, Madre di Dio, della Chiesa, del Cenacolo e di ciascuno di noi; guardiamo a lei nel nostro cammino di vita per amare come lei ha amato; per pregare come lei ha pregato e per servire il Signore come lei lo ha servito.
Un caro saluto dal vostro don Adriano
Agosto 2016