Lettera ai volontari - Dio ama chi serve con gioia
Luglio 2011
Carissimi volontari e volontarie,
la missione che il Signore ha affidato a voi, a noi tutti nel Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione è meravigliosa! Cerchiamo tutti insieme di donare amore, compassione e attenzione a coloro che non sono amati, che sono emarginati, che hanno fame di giustizia e di comprensione. Pertanto, nel nostro agire, i piccoli, ma preziosi atti di amore, parlano al fratello e alla sorella poveri che soffrono, che si sentono soli, incompresi. Parlano dell’amore che Dio ha per l’uomo, per ogni uomo, per tutta l’umanità.
Non dimenticate che Dio, fonte di bontà, di tenerezza e di amore ha messo, in Cristo Gesù nello Spirito Santo, davvero tanto amore nelle mani di tutti noi.
Quindi la nostra azione è quella di portare Gesù nella vita, nel cuore di tutte quelle persone che si trovano nell’indigenza, nella sofferenza morale, spirituale e fisica.
La gioia di servire il Signore nei poveri, ma anche quella di servirci reciprocamente, deve diventare una rete d’amore di Dio che testimonia che Dio è amore, che Dio è carità, che Dio è bontà infinita.
I volontari nel Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione, pieni di gioia, dono dello Spirito Santo, devono predicare anche senza predica, ma solo ed esclusivamente con la vita: una vita spesa per amore.
Ma appunto perché siamo e vogliamo essere colmi della gioia del Signore, chi ci incontra non può che essere illuminato dalla luce di Gesù che possediamo come Suo dono se ci impegniamo sempre di più ad amare come Lui ci ama senza mai stancarci. Nel Vangelo leggiamo che la gente chiedeva a Gesù: “Tu chi sei?”. Le persone del nostro tempo, di oggi, pongono la stessa domanda: “Gesù chi è?”.
Anche i discepoli di Giovanni andarono a chiedere a Gesù: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” (Lc 7, 20b). Gesù rispose loro così: “I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia” (Lc 7, 22).
Noi vogliamo fare lo stesso. Col nostro servizio caritatevole vogliamo rendere Gesù presente nel mondo d’oggi e proclamiamo che Gesù è il Messia, il Salvatore, il Verbo incarnato, il Signore, ed è in mezzo a noi.
Carissimi e tanto amati dal mio cuore sacerdotale, non commettiamo l’errore di pensare che la fame sia solo di pane. “C’è oggi una fame più grande - ci dice stupendamente madre Teresa di Calcutta - è quella di essere amati, essere voluti, essere accettati, essere curati, essere qualcuno”.
Chiediamo a Gesù, con la preghiera, un cuore che ami come lui ama, servire come lui ha servito, perdonare come lui ha perdonato, sorridere come lui ha sorriso; un bicchiere d’acqua dato con l’amore al prossimo l’abbiamo dato a Gesù!
Tutto questo è l’amore di Dio che opera anche oggi nel cuore del mondo.
Pertanto, carissimi, Dio vuole ancora amare e sempre amare l’uomo attraverso di noi, attraverso di me e di te, usando il mio e il tuo cuore, le mie e le tue braccia, le tue e le nostre mani; solo così l’amore, la carità di Cristo è in azione e rimane in azione perché la carità di Dio non viene mai meno.
Il tuo cuore ami sempre, come il cuore di Dio sempre ama e solo ama.
Maria, Madre della Chiesa, delle nostre famiglie, dei poveri, dei deboli, del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione ci accompagni nel percorrere questo cammino così bello, luminoso, irradiando ovunque un raggio dell’amore di Dio.
Don Adriano