Lettera ai volontari - La carità non conosce misura nell’amare
Aprile 2011
Carissimi volontari, volontarie,
e a voi tutti che fate parte integrante del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione, rivolgo il mio scritto in questo tempo quaresimale.
Il nostro vivere, fratelli carissimi amati dal Signore, sia sempre arricchito da un cammino di conversione, dalla preghiera animata dalla fede e illuminata dallo Spirito Santo, dalla Parola di Dio che nutre abbondantemente anche questo prezioso tempo; dall’Eucaristia, che è il capolavoro della misericordia di Dio, consegnata al cuore dell’uomo in quanto Pane della carità di Cristo Gesú spezzato e donato nello Spirito Santo alle sue creature: è il Pane della grazia del Signore che sostiene, dà forza e nutre la vita dell’uomo; è il Pane dell’amore che abilita l’uomo ad essere dinamico e operoso nell’esercitare la carità del Signore verso le persone bisognose di aiuto, di sostegno, di comprensione, di bontà, di tenerezza, di perdono, di misericordia e di accoglienza; verso tutte quelle persone povere di generi alimentari, di un sorriso per sentirsi benevolmente accolte, di un po’ del nostro tempo per ascoltarle e del nostro servizio amorevole per fare loro del bene, amandole.
Teniamo sempre ben presente, carissimi, che nella nostra opera caritatevole i prediletti devono essere gli indigenti, gli emarginati, i poveri nel corpo e nello spirito, coloro che non hanno famiglia o sono senza fissa dimora. Ogni servizio venga vissuto con bontà e dedizione, guardando a Dio Padre provvidente che tutto dona perché intensamente ama.
La carità, carissimi, non ha né ore né misura quando si è chiamati a servire con gioia il Signore presente nei malati, nei poveri, nei fratelli in cui la speranza è venuta meno la loro dignità, e negli emarginati.
Chi davvero ama e imita Cristo Gesú caritatevole deve donare ciò che è e ciò che può dare, senza tenere conto della fatica, non scusando la propria incapacità o i propri limiti; non possiamo non bruciare dell’amore di Gesú per il prossimo che è lì con la mano tesa e il cuore aperto per ricevere tutto ciò che dal Signore gratuitamente abbiamo ricevuto e riceviamo, che amministriamo e tutto ciò che la Divina Provvidenza non ci lascia mancare, perché abbondantemente viene dato per essere donato.
Io desidererei che nel cuore e nelle opere di ogni componente del caro Cenacolo potesse davvero ardere l’amore di Cristo e che venisse portato alle famiglie dei poveri, ai malati, a coloro che sono disperati, senza lavoro, economicamente disastrati e che sono provati dalla sofferenza. Vogliamo mostrare loro la bontà e la compassione che Dio ha per essi e per tutti noi. Non dimentichiamo mai che Dio ama quelli a cui può dare di più, quelli che aspettano di più da Lui, e che contano fiduciosamente su di Lui per tutto. Pertanto quanto più ci svuoteremo di noi stessi, tanto più potremo riempirci di Dio e dei suoi doni che incessantemente elargisce.
La nostra carità sia sempre sollecita e attiva; sincera e lieta; serena, forte e paziente; fedele e prudente, senza cercare se stessi, la propria gratificazione, la propria gloria, perché questo ci porta fuori dalla dinamica della stessa carità.
La carità, carissimi volontari e volontarie e tutti voi che volete bene al Cenacolo, e ne siete benefattori con la preghiera preziosa, che sostenete l’opera con tutto ciò che in qualche modo vi appartiene o riuscite ad ottenere con sacrifici e con rinunce, dev’essere autentica, umile, delicata, attenta e costante, gioiosa e vigilante.
Con la forza e l’animazione dello Spirito Santo, dobbiamo diventare uomini e donne d’amore nel cuore della Chiesa, della nostra città, delle nostre famiglie, delle nostre parrocchie e del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione.
Chi si lascia animare, affascinare e coinvolgere dalla carità di Cristo, Maestro di vita, non può non vedere, con gli occhi della fede, tutto e tutti: bisognosi, poveri, sofferenti e gli ultimi da amare come Lui ci insegna. I poveri e i malati sono davvero grandi. Hanno una grande dignità. Ci danno molto di più di quello che noi diamo loro.
Allora, nella misura in cui ci rendiamo conto che Dio è carità, bontà e tenerezza infinita, che Dio in Cristo Gesú nello Spirito Santo ci ama per primo, che Dio si prende amabilmente cura di noi nonostante le nostre fragilità e debolezza umane, che Dio è instancabile nell’amarci e noi dobbiamo armarci gli uni gli altri imitandolo nella carità.
Questa preziosa Quaresima possa davvero portare in noi, nel nostro vivere, una conversione profonda; una crescita spirituale e un gareggiare nella carità di Cristo, tenendo presente ciò che ci dice San Paolo: “Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi” (Col 3, 12-13).
“Per il resto, fratelli, state lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi” (2 Cor 13, 11).
Maria, Madre dell’amore misericordioso del Signore Gesú, affidiamo il nostro stupendo cammino quaresimale di conversione e tu accompagnalo con il tuo cuore materno e con la tua tenerezza di Madre.
Vi saluto con affetto perché mi siete tutti tanto, tanto cari.
Don Adriano