La nascita della mensa dei poveri raccontata da don Adriano (parte 1)
All'inizio dell'anno 2008, considerando che la maggior parte delle mense per i poveri sono chiuse la domenica e i giorni festivi, il mio spirito cottolenghino mi sollecitava a pensare che i poveri necessitano di nutrimento comunque anche nelle festività. Allora ho deciso di istituire una mensa per rendere questo servizio, caritatevole e gratuito, ai poveri e ai bisognosi proprio nei giorni in cui altre mense sono chiuse.
Ero certo che avrei raggiunto questo obiettivo con l'aiuto della Divina Provvidenza e dei volontari dell'Associazione da me fondata il cui Statuto prevede, tra gli altri scopi primari, proprio l'aiuto ai bisognosi.
Per la realizzazione di tale obiettivo ho cercato e trovato un piccolo locale di proprietà della Piccola Casa della Divina Provvidenza in Torino, via Principe Tommaso 27 bis, dove il servizio mensa venne inaugurato domenica 9 marzo 2008 con la distribuzione di pasti freddi per il pranzo, preparati con tanto amore e con spirito di amicizia dai miei numerosi volontari che hanno dato la loro disponibilità e continuano con crescente entusiasmo a lavorare per far si che il servizio continui nel migliore dei modi.
Nelle giornate, infatti, in cui molte mense operanti nella città di Torino sono chiuse, i volontari della mia Associazione Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione prestano la loro meravigliosa opera caritatevole verso gli indigenti, i poveri e i senza dimora con impegno, donando loro, non soltanto ciò che occorre materialmente per sostenersi, ma accoglienza, attenzione e sorriso.
Questo perché abbiamo capito nella nostra breve esperienza, ma ricca di insegnamenti, che le persone che ci vengono a cercare possono essere povere materialmente o spiritualmente, possono aver fame di pane o di amicizia oppure aver necessità di essere ascoltate e guardate con uno sguardo ricco di benevolenza. Possono aver bisogno di conoscere la ricchezza dell'amore di Dio verso di loro. Possono aver bisogno, anche se per brevissimo tempo, di un rifugio nel nostro cuore. Abbiamo inoltre capito alla scuola dei volti e dei cuori stupendi dei poveri che non abbiamo bisogno di compiere cose grandiose per dare prova di un grande amore a Dio e al prossimo. E l'intensità di amore che mettiamo nei nostri gesti che fa di essi qualcosa di bello per Dio e questo è il grande insegnamento che da loro abbiamo ricevuto: hanno bisogno di essere amati con cuore ed essere serviti con nostre preziose mani perché Cristo si serve di me, di te e di noi come strumenti per metterci in contatto con i bisognosi.
Allora è importante che Dio renda in amore a tutti i volontari e ai benefattori tutto l'amore che cercano di dare e tutta la gioia e la pace che, consapevolmente o inconsapevolmente, seminano, donano e trasmettono.
Don Adriano