La nascita della mensa dei poveri raccontata da don Adriano (parte 2)
ll Signore Gesù nei nostri confronti è sempre attento e vede non tanto quanto abbiamo fatto o stiamo facendo, ma quanto amore abbiamo messo in quello che abbiamo fatto o in quello che faremo. Queste persone devono diventare un dono di Dio, così ci insegnano i nostri santi S. G. B. Cottolengo, S. Teresa di Calcutta e altri; esse sono il nostro amore e ci invitano, nel silenzio, a prestare da parte nostra una particolare attenzione a quelli che si sentono indesiderati e privi di amore. La peggiore malattia che travaglia oggi il nostro mondo e la nostra società è il sentirsi indesiderati, abbandonati da tutti e il non essere amati.
Così facendo, tutta la Comunità di fede del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione, concretizza nella vita, nella carità e nell'accoglienza l'Eucaristia che celebra, la preghiera che incessantemente eleva a Dio Padre in Cristo Gesù nello Spirito Santo e la sua specifica spiritualità. Sin dalle prime giornate di questo nuovo servizio ho riscontrato una buona affluenza di persone che cercano questo aiuto, ma trovano anche un sorriso nel momento in cui ne hanno particolarmente bisogno; questo gesto di carità infonde nel cuore di chi lo riceve bontà, fiducia e speranza. Il numero delle persone che si presentano alla mensa per ritirare il pranzo freddo è aumentato velocemente. Tra le persone che usufruiscono del pasto vi sono anche giovani mamme con bambini anche molto piccoli, lasciate sole, che, con molta dignità, accolgono il nostro aiuto perché veramente bisognose. Il notevole aumento di affluenza, considerato il breve tempo trascorso dall'inizio del servizio, dimostra quanto era ed è necessaria e socialmente utile questa apprezzata opera di carità e di bontà.
La realizzazione di questo progetto impellente è stata possibile grazie anche all'aiuto concreto di molti benefattori che hanno donato e donano sia prodotti alimentari adatti a questa finalità sia denaro con il quale si è potuto acquistare gli alimenti mancanti per il completamento dei singoli pasti.
In quella situazione mi sono trovato però di fronte ad una grossa difficoltà: lo spazio del locale mensa non era più sufficientemente idoneo a consentire l'accoglienza di tutte le persone, che erano costrette ad attendere fuori, al freddo invernale, il loro turno d'ingresso al locale e la gestione della grande quantità di persone che si presentavano a ritirare il pasto giornalmente per cui era necessario trovare urgentemente un nuovo locale più adatto alle nuove esigenze di questo servizio sociale.
Don Adriano