Esercizi spirituali nel Monastero abaziale di Casanova
22 – 25 luglio 2018
Sintesi dell’articolo di Bruno Galante
Il consueto appuntamento con gli esercizi spirituali organizzati da don Adriano Gennari nello storico Monastero cistercense di Casanova, si è svolto, come sempre, con la partecipazionedi un folto gruppo di partecipanti, desiderosi di ascoltare e di apprendere gli insegnamenti impartiti da don Adriano.
Viviamo periodi in cui parecchie nuvole si addensano nel cielo della cristianità e per tale motivazione si rende necessaria una maggiore e più accorata invocazione al Signore che ci guida e ci protegge.
Gli insegnamenti di don Adriano quest’anno hanno fatto riferimento alla esortazione apostolica “Gaudete et exsultate” di Papa Francesco con riflessioni sull’apostolato e sulla chiamata alla santità che meritano di essere letti con discernimento.
Con la prima esortazione di don Adriano all’ottimismo, dice: “Bisogna amare ed accettarsi, molti non si piacciono e vogliono cambiare”. Una foto impeccabile della realtà, di un benessere apparente e frivolo che spesso induce a trascurare i contenuti per privilegiare la forma. Non sono pochi coloro che non si accettano e rifiutano la realtà.
Il secondo spunto mattutino ha fatto riferimento alla solitudine. Le nuove tecnologie e i recenti strumenti della comunicazione stanno emarginando e segregando le generazioni del XXI secolo, principalmente quella realtà che maggiormente soffre, è in difficoltà e chiede aiuto.
Il tema del pomeriggio ha riguardato il lavoro e la santità, sfatando talune convinzioni che a volte adottiamo per comodità. “Il lavoro è sostentamento. È un servizio che va eseguito con amore”. Poi don Adriano si è dilungato sulla santità. “Papa Francesco ci esorta a vivere la quotidianità nella santità, spesso ci perdiamo in circostanze superflue e non seguiamo la via dell’evangelizzazione dimenticando la strada della santità e procediamo ad occhi bendati. Il Signore seguiva la strada della santità e rifiutava il male. Per divenire santi non è necessario essere preti, è sufficiente compiere azioni ordinarie seguendo le indicazioni di Gesù, dedicandoGli il meglio di noi stessi”. Il Figlio di Dio chiede il meglio di noi stessi ed in cambio ci offre la vera vita, la felicità e la gioia per le quali siamo stati creati. Ci vuole santi e non si accontenta di una nostra esistenza mediocre, annacquata, superficiale.
DonAdriano aggiunge: “È indispensabile evitare l’individualismo. A cosa serve recitare quotidianamente cinque rosari se poi trascuriamo le richieste del Signore? Il buon cristiano non deve smettere mai di seguire il discorso delle Beatitudini, come indicato nel Vangelo di Matteo”.
All’insegnamento pomeridiano è seguita l’adorazione eucaristica e la liturgia dei vespri; quindi cena e compieta.
La giornata dell’unzione con l’olio benedetto è divenuta oramai una consuetudine alla quale possono partecipare quanti lo desiderano. Sono stati momenti di alta spiritualità e di vicinanza al Signore durante i quali ci si sente particolarmente protetti dal Salvatore. La cappella del Monastero sembrava avvolta da una gioia celestiale che procurava una indescrivibile emozione in un silenzio sacro e in una profonda quiete che lasciavano percepire ai partecipanti la presenza dello Spirito Santo.
L’insegnamento del pomeriggio di don Adriano è stato improntato sul rischio che corre l’uomo nello smarrire se stesso, nel momento in cui diventa vittima consapevole della pigrizia, della lussuria, dell’invidia e della gelosia. Di qui la necessità di reperire la medicina appropriata che gli consenta di trovare quel giusto equilibrio indispensabile per il retto cammino. Il farmaco può reperirsi nella preghiera, nella meditazione, nella donazione di se stessi all’Onnipotente.
Prima di riunirsi tutti insieme per la cena, qualche minuto di adorazione eucaristica seguita dalla liturgia dei vespri. Quando la giornata volge al termine vi è il colonnato del chiostro che invita al consuntivo quotidiano, sotto le cui arcate pare che il tempo si sia fermato; ci pensano i rintocchi del campanile a rimandarci alla compieta.
Don Adriano sa come toccare le corde dell’emozione e dello spirito affermando che “Se viene meno la preghiera e l’adorazione, il Monastero può chiudere. Il cuore del Monastero deve pulsare perennemente di preghiera, di carità e di amore per i sofferenti e per i bisognosi”. Con questo insegnamento del mercoledì mattino il direttore degli esercizi spirituali ci ha dato appuntamento agli esercizi spirituali 2019.