I volontari raccontano...
"Via Belfiore 12": questa la risposta ad una mia domanda, ricevuta un giovedì mattino da don Adriano.
Qualche ora dopo sono lì, dove vengo accolto alla porta dal volontario più anziano che sapendo del mio arrivo mi dice con tono scherzoso: “vuole il numero per il primo o il secondo turno?” e subito mi offre un sorriso sincero e una stretta di mano, indicandomi la strada per la cucina.
Trovo un piccolo esercito di volontari che si adoperano per preparare la cena per i fratelli bisognosi, con l’attenzione di una madre verso i propri figli nel giorno di festa e subito ricevo un caloroso benvenuto da tutti.
La referente di cucina, dopo avermi debitamente istruito sulle regole ed i comportamenti da tenere, mi affida camice, cuffia e guanti, strumenti che mi accompagneranno per i mesi successivi; non lo so ancora, ma mi aspetta un’esperienza che diventerà per me unica e gratificante. Dopo aver aiutato alla preparazione dei pasti, mi viene chiesto se volessi servire ai tavoli, come se la referente di cucina avesse percepito il mio desiderio di fare qualcosa in più.
Le persone bisognose fanno il loro ingresso nella sala verso le cinque. Sui tavoli, apparecchiati con amore e precisione geometrica, non mancano invitanti pizzette, pane affettato con cura per agevolare anche chi ha difficoltà a mordere ed acqua in abbondanza: per un attimo sono tentato di sedermi anch’io.
Accolti dai volontari sorridenti i poveri si accomodano ai tavoli e dopo aver ascoltato le buone parole del volontario più anziano ed aver partecipato alla preghiera collettiva di ringraziamento al Signore per il dono del cibo, vengono serviti con profumati piatti fumanti, sotto gli occhi attenti della referente di cucina, capace di dirigere i 16 volontari con la precisione di un ristoratore esperto nel servire più di 70 cene per turno, frutta e dolce compresi, in meno di un’ora.
Il tutto si svolge sotto la supervisione del referente di sala, che è lì dalle 7 di mattina e nonostante la fatica per aver passato la mattinata in giro a raccogliere dalle mense donatrici i cibi per la cucina, incoraggia tutti noi, con un’energia e una gioia invidiabile, a dare il massimo per i commensali.
Potrei riempire le pagine di un libro con le emozioni e i ricordi che mi sono stati trasmessi dai volontari che ho avuto il privilegio d’incontrare, dagli sguardi dei fratelli bisognosi e dalle loro sofferenze e non ci sono parole che possano descrivere tali sensazioni, ma invito tutti a provare donando il proprio servizio.
Sono molto grato a don Adriano per l’opportunità che mi è stata concessa, per aver potuto vivere questa esperienza che mi ha permesso di toccare con mano quella realtà che tutti conosciamo, ma spesso ignoriamo poichè costantemente immersi nelle faccende della nostra vita. E’ un’esperienza che ognuno di noi dovrebbe avere la fortuna di fare per poter volgere lo sguardo verso le persone meno fortunate, persone capaci di insegnarci l’umiltà, la condivisione e la forza di chi non possiede nulla e nonostante tutto non si arrende.
Vorrei ringraziare ancora una volta don Adriano e tutti i volontari che hanno tanto pregato per la mia salute come dei figli che insistono con il Padre affinché li esaudisca e che mi hanno fatto sentire amato come un fratello, rafforzandomi nella speranza e confermando le mie certezze.
Enrico