Vivere da credenti oggi
La fatica del vivere i tempi attuali della pandemia potrebbe scoraggiarci nel cammino di fede, specialmente quando sembra che la nostra preghiera non sia stata esaudita dal Signore. Il nostro ruolo come amici di Gesù, credenti e fermamente uniti nel cammino del Cenacolo è quello di testimoniare con convinzione la presenza del Signore nel nostro mondo.
Attingendo dall’amore di Dio e dalla sua sapienza divina, possiamo leggere nei volti sofferenti di persone che incontriamo, la loro preghiera silenziosa: “Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi. Di te ha detto il mio cuore: Cercate il suo volto; il tuo volto, Signore, io cerco.” (Sal 26,7-8) Lo Spirito Santo ci aiuterà a superare la tentazione di voler giudicare gli altri che abita il nostro cuore a partire dall’apparenza. Invece il Vangelo ci propone un altro modo di vivere la nostra relazione con la gente. Se dovessimo giudicare le persone dobbiamo imparare da chi ci ha preceduti. Diceva il famoso filosofo Platone: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.” Madre Teresa di Calcutta sottolineava: “Se giudichi le persone, non avrai tempo per amarle”. Un altro saggio diceva, conviene giudicare le persone da ciò che soffrono! E Gesù ai suoi discepoli: “Non giudicate, per non essere giudicati” (Mt 7,1).
“Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia”, scrive papa Benedetto XVI in Caritas in veritate, 78. Se davvero siamo consapevoli che l’uomo di oggi ha perso di vista Dio, allora è chiaro che non dobbiamo mai fermarci solo al giudizio; anzi, dobbiamo andare oltre scrutando gli atteggiamenti per cogliere la presenza di Dio nel mondo. È l’uomo a perdere di vista Dio; Dio invece è sempre presente accanto all’uomo e lo segue con il suo sguardo misericordioso.
Allora, astenendoci dal giudizio, noi che siamo nel cammino di fede, siamo chiamati al senso di responsabilità e capacità di vita interiore. Custodire il cuore non è la cosa più facile richiesta a noi. Viviamo tempi incerti che ci chiedono esattamente prudenza e senso di responsabilità. Abbiamo delle persone che negano la realtà, che vivono da sradicati. Vivere da responsabili vuol dire prendere sul serio il nostro compito di testimoni del Vangelo, capaci di portare la Parola, quella che ricuce la vita, che mette in movimento i pensieri, che fa fermare in ascolto e in meditazione. C’è gente superficiale, che cerca di tornare nei tempi belli ormai passati. C’è gente ignorante che crede di dominare e controllare il tempo e gli eventi. Il credente che vive il presente con prudenza e responsabilità riesce a superare ogni ostacolo nel nome di Dio facendo così l’esperienza della salvezza.
Vivere da credenti significa uscire a seminare nei campi della coscienza e dell’intelligenza delle persone, per condividere il desiderio di scendere in profondità nei difficili giorni che viviamo, guardandoli alla luce del Vangelo. È vero che “Siamo insieme sulla stessa barca”, però non nella stessa maniera perché, per noi credenti, questo dolore umano ha un senso, ma per chi ha perso la fede, la sofferenza porta alla disperazione. Solo così possiamo anche noi tenere alto la guardia sulla nostra fede! don Nicholas Kirimo
Don Nicholas Kirimo