I volontari raccontano...

Ormai sono quasi 13 anni che presto servizio alla mensa dei poveri del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione di via Belfiore n. 12 a Torino. Ho preso servizio come volontario a settembre 2008 con la distribuzione dei pacchi alimentari alle famiglie bisognose e poi a maggio 2009 ho continuato con la mensa dei poveri festiva insieme a mia moglie. Era un nuovo servizio che era stato voluto da poco da don Adriano e dal direttivo dell’associazione; lui il nostro sacerdote, punto di riferimento sempre presente e attento alle persone più bisognose, ha voluto aprire nel giorno di domenica questa mensa dedicata ai poveri. Sì proprio la domenica, perché i poveri mangiano anche di domenica e a Torino in quel momento era necessaria una mensa aperta quando le altre erano chiuse.
La prima volta che ho prestato servizio ero davvero emozionato, ma io ero pronto, volevo fare qualcosa di concreto per aiutare chi nella vita era stato meno fortunato di me.
Ricordo che il referente del servizio mi ha accolto con un sorriso e dopo avermi illustrato il da farsi mi sono messo al lavoro. Tagliare il pane, imbottire panini o preparare sacchetti con pizza, panini, dolce o altro, non era importante cosa facessi, ma era importante collaborare e preparare tutto il necessario per distribuire alle 8 in punto del mattino il cibo ai nostri ospiti.
Gli ospiti della nostra mensa: mi piace chiamarli così, i poveri più poveri che ci aspettano davanti alla porta già dal mattino presto, nostri fratelli e sorelle bisognosi che entrano in mensa alcuni con lo sguardo basso, altri con il loro cagnolino o altri ancora trascinando una valigia con tutte le loro cose, probabilmente ricordi di una vita felice passata.
A volte mi fermano solo per scambiare due parole, per raccontare un po’ della loro vita, dei loro problemi; hanno bisogno anche solo di uno sguardo o di una pacca sulla spalla, piccoli e semplici gesti, ma come dice don Adriano: “è l’intensità di amore che mettiamo nei nostri gesti che li fa sentire accolti”.
Tutto questo accadeva fino a due anni fa. Ora con l'arrivo del COVID 19 anche il nostro servizio mensa è cambiato. Siamo obbligati a servire i nostri poveri rispettando le regole vigenti e le distanze di sicurezza e nonostante tutto, anche se non abbiamo la possibilità di confortarli e di ascoltarli, riusciamo a fornire loro sempre il nostro servizio con amore, grazie a tutto ciò che la Divina Provvidenza ci dona.
Adesso faccio il referente, mi occupo il sabato sera di raccogliere il pane avanzato da alcune panetterie, preparo il cibo da distribuire alla domenica, organizzo il gruppo dei volontari e ho imparato che se il sabato sera manca qualcosa per il giorno dopo, la domenica mattina arriva quello di cui abbiamo bisogno. La Divina Provvidenza non fa mai mancare nulla ai nostri poveri.
Sono passati tanti anni e ho conosciuto non solo tanti fratelli e sorelle bisognosi ed emarginati, ma anche tanti volontari, persone meravigliose con cui nel tempo ho stretto un bel rapporto di amicizia.
Forse potrà sembrare strano, ma ogni volta che finisce il servizio e torno a casa io sono felice perché servire i poveri mi fa sentire utile e un loro semplice “grazie” mi riempie il cuore di gioia.

Tiziano