Diventare luogo di fede
Essere popolo di Dio
Tutti noi insieme siamo il popolo di Dio, il popolo chiamato a vivere coscientemente il cammino di santità. Essere parte di un popolo santo—cioè, mai da soli nel cammino e mai per il proprio vanto—è allora la vera identità della Chiesa così come del Cenacolo. Mi ricordo all’inizio del mio cammino di formazione al sacerdozio, un santo sacerdote mi disse, “La Chiesa chiede da te un impegno fedele allo studio perché la vita di qualcuno, anzi, di tante anime dipenderà da questi studi.” Fu per me come una sberla al mattino. Mi svegliò da quel torpore interiore che mi teneva inconsapevole della grandezza della vocazione cristiana. A distanza di 20 anni, posso affermare che non ho più perso la voglia di studiare, di riprendere in mano la parola di Dio e di meditarla perché in ballo c’è la salvezza mia e di qualcuno.
In questi giorni, mi sono tornate in mente queste parole e insieme con esse il volto sereno di quell’uomo di Dio che forse senza saperlo aveva accesso in me un grande desiderio di approfondire la parola di Dio. Penso che sia davvero doveroso dirlo qui. Le tue decisioni personali come cristiano, le scelte fatte come comunità di fede compongono un insieme di quelli atteggiamenti e gesti che riaccendono delle luci di fede nella vita di tanti. Non dobbiamo dimenticarlo: quando arriva qualcuno per la prima volta alla celebrazione eucaristica nell’Abbazia di Casanova, non è soltanto la parola del sacerdote che lo tocca, è soprattutto quel modo di essere popolo di Dio in cammino che intenerisce il cuore. Ecco come opera lo Spirito Santo nella Chiesa! È troppo bello vedere le persone in lacrime per la luce accesa nel loro cuore, cosa che succede ogni giorno senza assuefazione.
Far prendere coscienza
Mi dico tante volte in questi giorni di grazia in mezzo a voi, carissimi tutti: lo Spirito Santo in questo momento suggerisce e porta il nostro spirito su vie di comunione. Tutti insieme stiamo qui a contribuire nell’edificazione di quello che è il corpo di Cristo. Eppure, forse non siamo consapevoli di farlo. La nostra partecipazione è cosi avvolta nel mistero di Dio che neanche noi possiamo spiegare quello che avviene in quell’ora dedicata a Gesù Eucaristia. Siamo lì soprattutto per nutrirci nella vita di fede perché percepiamo il bisogno di una Chiesa Madre, Chiesa capace di dare da mangiare ai suoi figli. Alla fine dei conti, essere chiesa vuol dire semplicemente far prendere coscienza che prima di tutto c’è un altro Amore, capace di saziare il desiderio più profondo del cuore.
Mentre ci nutriamo al seno materno della Chiesa, insieme diveniamo quel volto bello della comunità dei credenti sempre sottomesso allo Spirito Santo e quindi veri testimoni del vangelo di Cristo. Quanto è decisivo il modo in cui ci si accosta alla santa messa? Quanto nutrimento diventiamo per gli altri nel loro cammino di fede! Torna utile pregare insieme con passione perché il modo stesso di vivere la liturgia riaccenda nei cuori la luce della fede.
Al Cenacolo si può generare una vita nuova in pochi istanti, ma la nostra fedeltà nel frequentare la comunità del Cenacolo è proprio l’impegno che custodisce, nutre e libera questa vita. Ecco cosa vuol dire conversione, ovvero, mettersi alla sequela di Gesù Cristo stesso, e voler vivere, morire, amare come lui ha fatto. Se le persone che avvicinano il Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione trovano l’entusiasmo di chi è maturato nella vita interiore, allora il Cenacolo, cioè tutti insieme diventiamo luogo di fede. Non sottovalutare mai la tua partecipazione assidua alla vita della Chiesa in generale e a quella del Cenacolo in modo particolare. La conversione di qualcuno dipende da questo. La generazione futura troverà in tutto questo un aggancio per vivere fedelmente, a sua volta, la chiamata di essere popolo santo di Dio. E cosi sia! Buon cammino a tutti!
Don Nicholas Kirimo