Benedire questo tempo
Dopo questo periodo travagliato, con tutta la buona intenzione che sentiamo dentro, ogni tanto spunta fuori la delusione. Infatti, sedersi sui resti di quella che era la propria vita e iniziare a piangere sarebbe persino comprensibile. Eppure la Parola di Dio non solo incoraggia a pensare che in qualunque momento della vita si può ricominciare, ma invita anche a ricordare che Dio non abbandona mai il suo popolo se gli prepariamo la strada. Dio ci raggiunge, ma se innalziamo barriere fatte di sfiducia, ironia, pregiudizio e autosufficienza saremo noi stessi a tenerlo fuori dalla nostra vita. Chiamati a vivere la profezia di un impegno maggiore nell’attesa dell’ora di Dio, noi membri del Cenacolo dell’Eucaristia come tutti i cristiani, diventiamo una luce per chi non ha la benedizione di conoscere la bellezza della fede cristiana. Quindi, la preparazione del tempo di Natale non è solo un passare del tempo, occorre spianare tutto quello che ci impedisce di guardare lontano, ciò che rende tanti cuori chiusi e che in realtà evitiamo di nominare apertamente: la paura. Bisogna innalzare quelle valli di delusione e scoraggiamento nelle quali siamo precipitati, così come tutti quanti dobbiamo abbassare le montagne dell’orgoglio che non ci fanno vedere gli altri e i loro bisogni. Non possiamo cercare il benessere proprio senza sistemare il terreno accidentato delle nostre relazioni per poter raggiungere gli altri senza farci male. Questa è la sapienza di chi sa benedire questo tempo!
Lasciare il passato, nuovo inizio
Ogni inizio richiede il coraggio di separarsi dal passato e con entusiasmo abbracciare il dono del futuro. L’inizio è un invito a guardare avanti anche quando l’orizzonte è ben lontano da noi. Sappiamo bene che quando siamo bloccati facciamo fatica a liberarci dal peso della delusione. Forse anche per questo, nel Vangelo di Marco, l’inizio è segnato anche da un gesto profondamente significativo; l’inizio è segnato infatti dal battesimo (cf. Mc 1,2), cioè da un’immersione nella morte, per lasciare l’uomo vecchio e prendere su di sé l’abito dell’uomo nuovo. A ben guardare è la dinamica di ogni cammino che riprende: c’è un passato da consegnare e un futuro da percorrere. Certo, il futuro è pieno di incertezza e di rischio, per questo a volte preferiamo la sofferenza presente e sicura piuttosto che intraprendere un cammino dall’esito sconosciuto. Ecco perché la Parola di Dio ci incoraggia, perché chiaramente da soli non saremmo mai in grado di buttarci in questa vita che ci aspetta.
È una consapevolezza che anche Maria, Madre di Dio, ha servito per approfondire la sua relazione con Dio, con il mistero che portava nel suo grembo. È dunque doveroso imparare bene l’arte della custodia del cuore, esercitandoci nello scrutare la nostra intimità. Solo così possiamo ravvivare il desiderio di vivere come la Vergine Maria, sempre disponibili a fare la volontà di Dio e a portare l’amore di Dio ai fratelli. Ha senso, infatti, pregare con le parole del Canto di Gen Rosa, Come Maria: Vogliamo vivere, Signore, accesi dalle tue parole per riportare in ogni uomo la fiamma viva del tuo amore. Nella sua creatività infinita, Dio ci propone questo inizio con una nascita, quella del suo Unigenito Figlio. In quell’evento ormai camuffato dal mondo commerciale, noi dobbiamo ancora vedere la mano di Dio che con premura ricupera la bellezza dell’uomo. Dunque, per apprezzare meglio l’opera di Dio nella propria vita, cerchiamo di praticare l’arte del leggersi dentro. Solo chi sa guardarsi alla luce della Parola può capire il senso del cammino trascorso.
Buona preparazione e buon Natale a tutti!
Don Nicholas Kirimo