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L'identità di Gesù: il battesimo, le tentazioni, il programma di vita (parte 3)

Il deserto: le tentazioni di Gesù

La prima tentazione
“Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame” (Lc 4,1-2). È in azione lo Spirito, ed è favolosa la traduzione CEI che adopera il verbo: “guidare”. Gesù “è guidato dallo Spirito ed è pieno di Spirito Santo”, cioè pieno dello Spirito ricevuto al battesimo. Come risposta al battesimo, Gesù “è guidato” dallo Spirito nel deserto. Quello che impressiona, in questo racconto, è proprio l’unità tra il battesimo e la tentazione. Si tratta di una congiunzione carica di significati, perché il diavolo riporta la voce risuonata sul Giordano: “Se tu sei Figlio di Dio”. Lo Spirito, donato al battesimo, non separa Gesù dalla storia e dalle sue ambiguità, ma lo colloca all’interno della storia degli uomini e all’interno della lotta che essi dovranno sostenere contro il Maligno. Filiazione divina, dono dello Spirito e missione non sottraggono Gesù dalla prova. Al contrario, danno inizio a un’esistenza costantemente messa alla prova. Qui è in gioco la filiazione divina. Tra Gesù e il diavolo c’è una differenza, proprio nel modo di concepire la filiazione divina: una enorme differenza. Per satana, per l’uomo, per il mondo Gesù ha fame: se è Figlio di Dio, dica a questa pietra che diventi pane. È la soluzione più logica e naturale. Certo che il Figlio di Dio ha la potenza di Dio, ma la potenza di Dio non è per risolvere, in questo modo, il problema: la potenza di Dio non è, prima di tutto, per se stesso. La potenza di Dio è per la salvezza dell’umanità, la potenza di Dio è l’amore.
Il fatto è che, sia Gesù che il diavolo, tutti e due si appellano alle Scritture: è un invito a leggere e a commentare le Scritture con cautela e prudenza... Questo vuol dire che Gesù e satana, pur rifacendosi alle Scritture, hanno una visione differente di Dio, hanno criteri diversi di Dio. Anche noi, a volte, rischiamo di pensare a Dio e parlare di Dio in base ai criteri che abbiamo di lui. La tentazione viene dal diavolo, ma viene anche dall’interno delle Scritture, dall’interno della pietà, dall’interno delle nostre tradizioni religiose. E’ in gioco la pastorale...

La seconda tentazione
C’è un’altra strada oltre i miracoli. “II diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: Ti darò tutto questo potere e la loro gloria... se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me...”. È la strada del dominio quotidiano. In altre parole: “Se ti presenti con questa potenza così umana sei credibile, accetteranno te e le tue parole, ma se ti presenti come Gesù di Nazareth che percorre la via della croce, chi ti crederà?”. Qui la tentazione è più palese: dice che, se ragioniamo in vista o nell’ottica del dominio quotidiano, c’è dentro di noi un animo di idolatria e, se c’è in noi uno spirito idolatrico e scegliamo di percorrere questa strada, c’è un prezzo da pagare a satana. Comunque, ci sarà un compromesso con satana. Gesù non accetta il compromesso.

La terza tentazione
“Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano; e anche: Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra. Gesù gli rispose: È stato detto: Non metterai alla prova il Signore tuo Dio” (Lc 4, 9-12).
Questa terza tentazione, la seconda nel vangelo secondo Matteo, forse a Luca è sembrata la più originale, forse anche quella più ecclesiastica, più religiosa... È la tentazione della teatralità: perché buttarsi giù dal tempio? che rapporto c’è con il messaggio che Gesù doveva annunciare? Nessuno. Era un gesto teatrale che affascinava e che rendeva credibile. Luca, alla fine del brano, annota che “dopo aver esaurito ogni tentazione (come per dire che dentro queste tre ci sono tutte le altre, non tutte le tentazioni della vita, ma tutte le tentazioni della pastorale) il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato” … Quindi, ci sarà, o c’è già, un tempo fissato in cui il diavolo ritorna, in cui le tentazioni ritornano?... Alcuni studiosi pensano che questo “tempo fissato” sia stata la passione di Gesù… Forse si riferisce anche al tempo della comunità, al tempo della chiesa, al nostro? ...
   

Padre Domenico Marsaglia

 

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