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L'istituzione dell'Eucaristia (parte 1)

Questa meditazione conclude un ciclo. Abbiamo riflettuto su aspetti che hanno illustrato la figura di Cristo e la figura del discepolo. Concludiamo questa sequenza con l’istituzione della Eucaristia che è un riassunto, una sintesi: credo proprio sia un testo riassuntivo nell’economia del vangelo. Siamo al capitolo 22 di Luca, che racconta il “complotto contro Gesù e il tradimento di Giuda” (Lc 22,1-6); poi “i preparativi della cena pasquale” (Lc 22,7-13) e, infine, il discorso di Gesù dopo la cena (Lc 22, 21-38). A noi interessa particolarmente Lc 22,19-27.
“Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».
«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.
E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve”.

1. L’identità di Gesù
Nel segno eucaristico, ormai in prossimità della fine terrena, Gesù riassume in un gesto plastico, rituale, la sua vita, la sua identità che avevamo già intravisto al battesimo. Per capire questa identità, è utile osservare i gesti compiuti da Gesù nell’ultima cena, elencati da Luca uno per uno, adagio… e analizzare le sue parole, alcune esplicative, altre imperative.
Come premessa a questa narrazione, brevissima (Lc 22,19-20), potremmo elencare i personaggi presenti nel racconto. Gesù è il protagonista principale, l’unico personaggio che parla, agisce, si muove e occupa tutto lo spazio. Si intravede appena il Padre, non direttamente però, ma nel ringraziamento di Gesù: “rese grazie”. Non c’è la voce dal cielo come è stato per il battesimo. Anche i discepoli sono presenti: lo si deduce da quel “dato per voi” e dal “fate questo” riferito a loro. Sono presenti, ma non dicono una parola e non fanno alcun gesto.
Mi pare già un’idea forte questa: la scena eucaristica è occupata interamente da Gesù Cristo. E’ di lui che si parla, è di lui che si fa memoria, è lui che parla, è lui che agisce, è lui che comanda. Tutta la scena è occupata da Gesù Cristo. È abbastanza ovvio questo, perché, per il cristiano, lo spazio storico e umano in cui incontrare Dio è Gesù Cristo ed è anche lo spazio storico umano in cui deve inserirsi la Chiesa. Penso che la liturgia della messa dovrebbe mettere più in risalto Gesù Cristo e meno noi, la Chiesa, la comunità, la nostra fraternità. Preghiere eucaristiche dove si parte da Adamo ed Eva non mi piacciono, perché quando si arriva a Gesù, siamo senza fiato. Preferisco liturgie eucaristiche dove Gesù occupa tutto lo spazio, e dentro Gesù Cristo vediamo tutto: la creazione, la chiesa, la nostra fraternità.
I testi evangelici che mediteremo sono molto curati, e vedremo che, sia nei sinottici, sia in Paolo, il protagonista unico è Gesù Cristo.

Padre Domenico Marsaglia

CASA DI SPIRITUALITÀ

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