La preghiera ha ottenuto dal Signore la guarigione
Il mattino del 3 aprile 2007 mia cognata Anna fu trovata priva di sensi in casa e fu trasportata all’ospedale di Chivasso in gravissime condizioni. I medici diagnosticarono che si trattava di meningite fulminante e informarono mio fratello e mio nipote che dovevano prepararsi al peggio poiché avrebbe potuto avere ancora sette-otto ore di vita. Il corpo era coperto di petecchie enormi e il quadro clinico era quasi piatto. Fu ricoverata in rianimazione, intubata e sottoposta a coma terapeutico.
Appena rintracciai mio nipote in ospedale gli consigliai di recarsi in via Bossi da don Adriano il quale pregò intensamente e lo rassicurò che avrebbe continuato a intercedere presso il Signore per ottenere il dono della guarigione. Intanto i medici confermarono che la situazione era gravissima specificando che gli organi vitali erano bloccati come se fossero stati fulminati; la pressione arteriosa era bassissima e solo il cuore reggeva.
Nei giorni seguenti i medici misero in dubbio la prima diagnosi e non comprendevano più se si trattava di meningite o di altro virus sconosciuto. Era un caso difficile per i medici che si consultarono con altri centri ospedalieri. Nei giorni seguenti i valori ematici erano fuori norma; i reni e i polmoni non funzionavano. È stato chiesto pertanto un consulto con un ematologo esterno e con un nefrologo il quale sentenziò che, qualora la paziente fosse sopravvissuta, i reni non avrebbero più funzionato. I giorni passavano e, nonostante il quadro clinico disperato, non abbiamo mai perso la speranza; abbiamo continuato con fiducia a chiedere preghiere a don Adriano unendoci a quelle del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione di cui faccio parte.
Trascorsi circa venti giorni, come per miracolo, il quadro clinico gradualmente migliorò; i reni ripresero a funzionare spontaneamente; la paziente fu risvegliata lentamente dal coma e stimolata per cui ci riconobbe rispondendo con dei piccoli segni dai quali si comprese che l’attività cerebrale era buona; riprese la respirazione spontanea staccandola, di notte mentre dormiva, dal macchinario. Riprese anche ad alimentarsi ed iniziò la fisioterapia. Non fu dichiarata comunque subito fuori pericolo, ma gli stessi medici si meravigliarono di tanta resistenza fisica e cominciarono a darci qualche speranza.
Anna, giorno dopo giorno, migliorò; la battaglia era vinta con la soddisfazione dei medici e di tutto il personale che amorevolmente l’avevano curata; inoltre le concessero un permesso straordinario di un giorno per poter accompagnare suo figlio all’altare nel giorno già stabilito da tempo per il suo matrimonio. È stato un evento colmo di emozione, gioia e stupore per tutti ed un momento di forte ringraziamento al Signore per la grazia ricevuta.
Ad agosto Anna è tornata a casa in buone condizioni di salute e sta riprendendo completamente la sua vita normale.
Ringrazio il Signore Gesù perché con la Sua infinita misericordia si è chinato su Anna e ha ascoltato la nostra povera ma fiduciosa preghiera: “Gesù misericordioso, noi confidiamo in Te”.
Rivolgo un ringraziamento particolare a don Adriano, a tutti i fratelli e le sorelle del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione e a coloro che si sono uniti alla nostra preghiera.