Dio ha guidato la mano del chirurgo
Ho sempre riposto molta fiducia nel Signore. Partecipo con devozione alla S. Messa e all’adorazione eucaristica del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione.
Da tempo soffrivo a causa di acuti dolori alla schiena; i medici avevano constatato che le mie vertebre erano consumate e che avrei dovuto sottopormi ad un intervento chirurgico delicato e molto lungo senza garantirmi un risultato positivo sicuro. Infatti tutti gli ortopedici da me consultati mi parlavano del rischio di finire in carrozzella indipendentemente dall’operazione. Prima di prendere una decisione in merito mi sono rivolta a don Adriano che ha pregato intensamente su di me perché il Signore guidasse la mano dei chirurghi dicendomi di andare tranquilla e fiduciosa e di affidarmi alla potente protezione del Signore.
Il 21 maggio 2007 ho affrontato l’intervento chirurgico che è durato nove ore; subito dopo i medici mi hanno assicurato che tutto era andato bene. Dopo quattro giorni il fisioterapista mi ha fatto camminare per dieci minuti con un appoggio e mi ha detto che da quel momento potevo camminare da sola senza più alcun aiuto. L’unico disturbo che accusavo dopo l’intervento era causato dai nervi della gamba destra, ma il chirurgo mi ha rassicurata affermando che entro sette mesi o al massimo un anno, avrei risolto anche questo problema.
Nel frattempo ero andata ancora alcune volte da don Adriano per chiedere preghiere di intercessione.
Trascorsi appena tre mesi dall’intervento anche il dolore alle gambe era scomparso. Ero completamente guarita. Ho eseguito ulteriori accertamenti dai quali è risultato che le vertebre sono ferme e salde e tutto procede bene. Sono ritornata in seguito dal chirurgo a ringraziarlo per le sue cure premurose, ma egli mi ha risposto: “Non deve ringraziare me, perché io sono stato solo uno strumento; il Signore mi ha guidato, bisogna ringraziare solo Lui”.
Ringrazio il Signore per questa grande guarigione ricevuta e perché, con la costante preghiera di don Adriano, ho ricevuto tanta forza nel momento faticoso e preoccupante della mia malattia.