Mio figlio è tornato a vivere
La sera del 18-05-2005 Davide ebbe un grave incidente con la moto. Quando giungemmo al pronto soccorso i medici non ci nascosero quanto la situazione fosse seria. Infatti, in seguito al grave trauma toracico, riportò fratture multiple alle coste, rottura della trachea e frattura a quattro vertebre lombari.
Al problema respiratorio, che si presentò da risolvere immediatamente, seguiva l’incognita della grave lesione ad una vertebra. Trascorremmo la notte in attesa che la situazione potesse essere meglio definita perché non si capiva bene quale fosse la decisione immediata da prendere a causa delle complicanze che si riscontravano col passare del tempo. Si può immaginare la nostra angoscia mentre attendevo di fronte alla porta della sala di rianimazione. Il mio unico pensiero era rivolto a Dio perché solo Lui poteva sostenermi e aiutare Davide che ci lasciarono vedere per pochi minuti. Dopo 24 ore fu trasferito nel reparto di terapia intensiva; respirava con l’aiuto di un apparecchio. Nel frattempo si è verificata una emorragia polmonare e quindi dovette essere collegato subito ad un aspiratore drenante.
I neurochirurghi si tenevano pronti per intervenire sulla colonna vertebrale appena si fossero risolti i problemi di ventilazione polmonare. Sono quasi sempre rimasta vicino a nostro figlio che non si lamentava mai per il dolore, ma leggevo nei suoi occhi il pensiero fisso che non lo abbandonava mai: “Camminerò ancora? Ritornerò come prima?”.
Un pomeriggio, mentre Davide riposava, io mi avvicinai alla finestra della camera e rivolsi gli occhi pieni di lacrime al cielo. In quel momento qualcuno mi sfiorò la spalla: era una suora del Cottolengo che assisteva una consorella; si informò della situazione di mio figlio e, con molta semplicità e dolcezza, mi invitò a non disperare e mi assicurò che avrebbe comunicato a don Adriano quanto fosse necessario pregare intensamente per Davide. Provai un sollievo immediato e la tensione di quei giorni si dissolse e mi sentii serena e pronta ad affrontare la situazione.
Davide fu dimesso dopo due settimane e non fu necessario l’intervento chirurgico anche se, immobilizzato in un busto, impiegò quattro mesi a riprendere la sua autonomia.
Io, all’epoca dell’incidente di Davide ero appena uscita da una situazione difficile risolta con un intervento chirurgico; con l’aiuto di Dio riuscii a dargli tutta l’assistenza di cui aveva bisogno. Quel periodo lo vivemmo senza tormenti, ma con la consapevolezza che ci sarebbe stata la ripresa mentre mi occupavo di mio figlio come se fosse un neonato. Giorno per giorno uscì dal suo mutismo fino a manifestarmi con gioia e fiducia di sentirsi ritornare alla vita.
In quei giorni ci telefonò don Adriano che, con la sua voce gioiosa e sicura che lo distingue, chiedeva notizie di Davide che il 10 ottobre riprese il lavoro.
Da tempo sentivo la necessità di raccontare questa mia esperienza, ma soprattutto voglio rendere quel grazie che ho imparato a rivolgere ogni giorno a Gesù, a don Adriano e a tutto il Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione, le cui preghiere di intercessione hanno ottenuto dal Signore la guarigione di mio figlio.