Il dono della vita
Siamo i genitori di un bambino di 5 anni e desideriamo tanto dare la nostra testimonianza per infondere coraggio a tutti quei genitori che devono decidere della vita del proprio piccolo. Noi abbiamo scelto la vita!
A marzo del 2006 durante l'ecografia morfologica di controllo fu diagnosticato al nostro piccolo una grave malformazione al cuore, inoltre ci fu detto che il bambino sarebbe potuto nascere morto o che spesso in tali circostanze si associavano altre malformazioni d'organi, pertanto era consigliabile interrompere la gravidanza.
Le parole, non sono in grado di descrivere lo stato d'animo in cui eravamo sprofondati, fortunatamente intervenne il nonno che ne parlò in parrocchia con un sacerdote, il quale si mise subito in preghiera e ci mise in contatto con una volontaria del CAV (Centro di Aiuto alla Vita), che si adoperò per metterci in contatto con un cardiologo neonatale dell'ospedale Regina Margherita, il quale per la prima volta ci diede la speranza che il bambino poteva nascere tranquillamente ma avrebbe dovuto subire degli interventi per consentirgli di vivere.
Il sacerdote che ci mise in contatto con una volontaria del CAV, ci portò anche al monastero di Casanova dove partecipammo alla messa celebrata da don Adriano, fummo subito molto colpiti perché non avevamo mai partecipato a delle celebrazioni così profonde e coinvolgenti dove si sentiva e si sente tuttora la presenza forte del Signore.
Proprio durante una di queste celebrazioni eucaristiche don Adriano si soffermò in preghiera con il Santissimo davanti a mia moglie che sentì improvvisamente il bambino effettuare una capriola e questo ci sorprese perché fino a quel giorno mia moglie non lo aveva ancora sentito muoversi e per questo era molto preoccupata. Questa per noi è stata la prima grazia perché non sentendo il bambino eravamo preoccupati che potesse avere altre problematiche.
Nel mese di Agosto 2006, nacque Alessandro, un raggio di luce e un prezioso dono per tutta la famiglia. Da subito venne ricoverato nel reparto di cardiochirurgia in attesa che la sua mamma potesse ricongiungersi a lui, anche se aveva un prezioso Angelo custode che era il suo papà. Dopo quindici giorni fu necessario procedere con il primo intervento. L'operazione andò bene, ma il bambino fortemente provato aveva grosse difficoltà ad alimentarsi.
Dopo due mesi di estenuanti e innumerevoli tentativi, sondino naso-gastrico e dopo aver provato ogni tipo di biberon, provammo a proporgli il latte durante il sonno, e quello fu l'unico modo in cui il suo stomaco riusciva a trattenere quanto ingerito; non sappiamo ancora adesso come ci venne quest'idea, ma sicuramente siamo convinti di essere stati aiutati dalle preghiere di don Adriano che accompagnavano questo cammino di sofferenza.
Purtroppo però dopo alcune settimane dalle dimissioni ospedaliere il tubicino che gli era stato messo nel primo intervento si chiuse parzialmente e fu necessario sostituirlo con un altro intervento non previsto. L'intervento andò bene; infatti in poche settimane il bambino fu dimesso e da quel momento cominciò a crescere regolarmente.
A dieci mesi venne nuovamente sottoposto ad un nuovo intervento che ebbe esito positivo, ma che durò 15 interminabili ore durante le quali con don Adriano pregammo, pregammo e ancora pregammo. Purtroppo però anche qui vi furono delle complicazioni.
Alle dimissioni dall'ospedale sembrava che andasse tutto bene, ma si verificò nuovamente un’inspiegabile situazione. Durante un cateterismo cardiaco di controllo ci fu detto che la vena cava era chiusa e che alla luce di questa situazione non era possibile effettuare l'ultimo intervento previsto. Ancora una volta non perdemmo la fede e la fiducia nel Signore e la preghiera diventò davvero la nostra forza.
Dopo circa un anno fu nominato un nuovo primario di cardiologia; la dottoressa prese a cuore la situazione di Alessandro e ci propose dì fare una TAC con contrasto.
Con grande stupore ci disse che la vena cava non era chiusa bensì aperta; a tale notizia reagimmo piangendo di felicità e pensammo subito a don Adriano che, durante l'imposizione delle mani sul suo corpicino, invocava lo Spirito Santo per liberarlo e plasmarlo.
Da quel momento il bambino venne sottoposto a diversi cateterismi, almeno uno ogni sei mesi, di tipo diagnostico ed interventistico che gli permisero di raggiungere le condizioni ottimali per effettuare l'ultimo intervento di correzione. L'intervento si compì a settembre 2011. Nel complesso l'operazione andò bene, anche se durante il ricovero in rianimazione si presentò nuovamente una complicazione. Gli venne una febbre alta che i dottori non sapevano spiegarsi in quanto gli esami del sangue erano nella norma e non risultavano infezioni. Questa situazione non gli permetteva di respirare autonomamente quindi doveva essere aiutato da una macchina e non poteva essere svegliato.
A questo punto il nonno chiamò don Adriano spiegandogli la situazione; lui lo rassicurò dicendogli che avrebbe continuato a pregare e di avere sempre fiducia nel Signore che avrebbe certamente manifestato la sua potenza.
Il pomeriggio stesso fummo chiamati dal reparto di rianimazione dell'ospedale Regina Margherita, ci dissero che il bambino stava bene, che era stato estubato e respirava autonomamente e, notizia ancor più bella, che chiedeva della mamma.
Ci precipitammo in ospedale dove i dottori ci dissero che la febbre era scesa improvvisamente senza l'aiuto di alcun farmaco.
Adesso il bambino sta bene e continua ad effettuare visite periodiche di controllo.
La nostra famiglia vuole ringraziare con questa testimonianza innanzitutto il Signore che ha operato meraviglie con la sua infinità bontà, don Adriano, tutte le persone a lui vicine, il sacerdote che ci ha messo in contatto con lui e cioè don Edoardo, Flora ed Eugenia (CAV di Collegno) e coloro che si sono uniti alle nostre preghiere. A tutte queste persone e a quelle non menzionate vorremmo dire un profondo grazie e chiedere di continuare a pregare per Alessandro.
Inoltre i pensieri più belli vanno al Signore che ha dato al nostro bambino la forza per superare i momenti difficili della sua malattia.
Alessandro ogni giorno dimostra di aver lottato e di apprezzare il dono che gli è stato dato: la vita.
Grazie.