Liberazione e pace in famiglia
Mio genero è malato di cancro alla vescica e ogni tre mesi deve essere ricoverato per tre giorni per controlli medici e biopsia.
Un sabato mattino del mese di giugno 2011, mi sono recata presso il Centro di ascolto del Monastero abbaziale di Casanova da don Adriano per chiedergli di pregare intensamente per questo figliolo. Don Adriano si mise in preghiera presentando mio genero al cuore misericordioso e compassionevole di Gesú chiedendo in dono la liberazione e la guarigione. Terminato questo forte momento di preghiera mi disse che il problema più grave non era il cancro, ma una catena che teneva mio genero legato a una situazione negativa e che doveva essere spezzata al più presto. Io non avevo compreso che cosa volesse dire.
Il giovedì successivo mia figlia, che è mamma di una ragazza di 18 anni, vedeva il marito molto preoccupato e triste e gli chiese se la sua preoccupazione era dovuta alla morte di sua madre, che era deceduta alcuni giorni prima, oppure a causa del ricovero in ospedale per i controlli periodici.
Il marito le confidò che la sua apprensione era dovuta al fatto che da ben quattro anni aveva una relazione con un’amica di famiglia, sposata, che si era innamorata di lui e che lo ricattava per tenerlo legato a sé minacciandolo di riferire la loro relazione a sua moglie. Allora lui stesso decise spontaneamente di confessare direttamente a sua moglie, informandone anche l’amante vietandole di frequentare ancora la loro casa. Questa, incredula, telefonò a sua moglie per averne conferma.
A questo punto ho capito a che cosa si riferiva don Adriano quando mi parlò di una “catena” che era necessario spezzare.
Mia figlia, intanto, allontanò da casa il marito e non si presentò più a lavorare con lui per cui fu necessario assumere due persone per sostituirla. Mia figlia era comunque consapevole che suo marito aveva tanto bisogno del suo aiuto a causa delle sue condizioni di salute.
Per questo dispiacere anche mia nipote non riusciva più a impegnarsi nello studio.
Io e mia figlia, fiduciose nell’aiuto del Signore, abbiamo chiesto ripetutamente consigli e preghiere di intercessione a don Adriano che ci aveva assicurato che lo avrebbe continuamente tenuto in preghiera affinché potesse guarire da questa anomala situazione familiare.
Nel mese di novembre, dopo l’ultima preghiera di liberazione e di guarigione interiore, mio genero si è riavvicinato alla moglie confessandole che aveva capito di aver recato tanta sofferenza, che era veramente pentito e che desiderava ritornare a vivere a casa con loro. Mia figlia gli rispose che ci avrebbe pensato e che avrebbe deciso in seguito; intanto lo accompagnò all’ospedale per gli esami. Dai risultati, il medico disse che la situazione era buona e che avrebbe dovuto ripresentarsi per il prossimo controllo dopo quattro mesi.
Successivamente hanno pensato bene, di comune accordo, di programmare un viaggio per ulteriormente mettere a fuoco la loro convivenza e ripartire su un cammino tutto nuovo. Questo viaggio, supportato continuamente dalla preghiera, portò frutti positivi, tanto è vero che, finalmente, nella famiglia pareva fosse ritornata la pace molto sospirata, così pure la serenità e l’amore, ma mia figlia non era ancora convinta di perdonare il marito. Sono infatti trascorsi alcuni mesi cioè fino a febbraio 2012.
Intanto mia figlia, che ha 49 anni, non trovava lavora e neppure voleva tornare a lavorare con il marito. Venni a conoscenza di questa intenzione alle ore 15,00 e mi sono recata subito da don Adriano in quale ha pregato per lei e alle ore 16,00 mia figlia mi ha comunicato che aveva deciso di ritornare a lavorare con il marito, perdonandolo. Il marito, quella sera stessa, la invitò a cenare in pizzeria con la loro figlia, ma mia figlia, poiché sapeva che il mattino seguente il marito doveva recarsi in ospedale per i soliti esami di controllo, gli disse che preferiva preparare lei a casa una cena leggera. Da quel momento sono tornati insieme felicemente e non vogliono più ricordare i brutti momenti trascorsi.
Davvero il Signore non ci ha abbandonati a noi stessi, ma ha accolto le preghiere che sono state molto efficaci. Pertanto rendiamo grazie a Lui che ci ama, ci sostiene e sempre ci perdona.
Così pure vogliamo ringraziare don Adriano che, con il suo Cenacolo, si è preso cura di noi accompagnandoci con la sua preghiera. Lode e gloria al Signore Gesú.