Cancro al colon
Ho avuto modo di recarmi per la prima volta presso il Centro di ascolto del Cenacolo Eucaristico nell'ottobre del 2000 accompagnando una persona amica bisognosa di aiuto, per un colloquio con don Adriano. Rimasi colpita dall'intensa spiritualità delle sue parole che avrei sperimentato circa un anno dopo a causa di una grave malattia che mi aveva colpita; infatti nel settembre 2001 mi fu diagnosticato un cancro al colon per il quale venni operata e sottoposta alla chemioterapia.
Non appena fui in grado, iniziai a partecipare alle celebrazioni del lunedì e del primo venerdì del mese presso il santuario della Madonna della Salute. Pregavo intensamente e con me anche le persone care affinché la guarigione fosse confermata dagli esami periodici. Così in effetti avveniva anche perché reagivo bene alle terapie al punto di voler tornare al più presto al mio amato lavoro di insegnante.
Così, per più di un anno, continuai a partecipare regolarmente alle celebrazioni del lunedì e del primo venerdì del mese. Sentivo dentro di me una grande gioia e una grande fede che, a dire il vero, negli anni passati si era un po' addormentata. Ma il percorso della malattia non era ancora terminato; infatti, nel marzo del 2003, dopo i regolari esami periodici, mi fu detto dai medici che qualcosa non andava. Dopo i dovuti controlli mi fu confermato che il male era ritornato e che era necessaria una nuova operazione che avvenne nell'aprile del 2003. Da questa, però, non risultò niente di particolarmente preoccupante, tanto che mi dimisero senza alcuna terapia post-operatoria, perché non ritenuta necessaria. Ma a causa di una persistente febbre mi sottoposero ad ulteriori esami ancora più approfonditi i cui risultati generarono dubbi tra i medici i quali, dopo alcuni consulti, decisero di operarmi nuovamente nel giugno 2003 per scoprire ed eventualmente risolvere il problema.
Infatti trovarono qualcosa di serio che ben si nascondeva e per il quale dovettero asportare una notevole parte di intestino. Mi dissero che se in futuro si fosse ancora verificato qualcosa di simile, non avrebbero più potuto intervenire. Mi prescrissero una chemioterapia molto più potente della precedente dicendomi che si trattava dell'unica speranza di salvezza. Durante la permanenza in ospedale pregavo intensamente e confesso che non ho mai perso la speranza di guarire. Anzi, maturai un pensiero: decisi di non sottopormi alla chemioterapia. Lo comunicai ai medici che mi prospettarono un sicuro insuccesso (entro un anno al massimo) se non avessi seguito le terapie.
Dentro di me, però, sentivo che quello che mi stava succedendo era una "prova" che il Signore mi offriva per comprendere qualcosa di più; infatti mi affidai completamente al volere del Signore e, pregando in particolare la Madonna, decisi di seguire la voce interiore che mi suggeriva di non sottopormi alle terapie che sentivo troppo pesanti e pericolose per me. Inoltre, dopo gli esami dei primi mesi, decisi di rifiutare ogni altro tipo di controllo medico anche perché risultai allergica al liquido di contrasto della TAC. La guarigione avvenne e continua ad esserci; ma ciò che considero una guarigione ancora più grande e importante è quella che avvenne nella mia anima: la consapevolezza, cioè, che con la preghiera e il dono della guarigione si è verificata in me la capacità di affidarmi completamente al Signore sapendo che, in qualunque caso, tutto avviene per il bene della mia anima.
Ringrazio il Signore per l'opportunità offertami non solo di scegliere la strada per me più adeguata, ma soprattutto per avermi fatto comprendere l'aspetto spirituale della guarigione. Grazie a don Adriano e al suo cenacolo per le preghiere di intercessione.