Intervento di duodenocefelopancreasectomia
Io e mio marito iniziammo a partecipare alle s. messe celebrate da don Adriano nel 1994 nella chiesa di s. Pellegrino.
Siamo stati presi per mano dal Signore perché in famiglia stavamo vivendo il dolore più grande che possa succedere: la morte di un figlio in un incidente con la moto; aveva 19 anni. Io, come madre, temevo di impazzire.
Io e mio marito iniziammo ad andare a pregare nel gruppo di preghiera animato da don Adriano. Con l’aiuto di Dio questo grande dolore non ci divise; pregavamo e piangevamo insieme anche durante le celebrazioni eucaristiche. Io desideravo tanto parlare con don Adriano, ma non mi era possibile a causa di tante persone che cercavano di avere un colloquio con lui. Ricordo che c’erano alcuni sacerdoti confessori e io, con gli occhi pieni di lacrime e con tanta disperazione nel cuore, andavo a confessarmi. Il Signore non ci abbandonava perché, quando uscivamo dalla chiesa, avevamo il cuore più leggero, eravamo più sereni e più fiduciosi nel Signore.
Andai in pensione dopo 41 anni di lavoro, ma avendo problemi di salute,iniziai a sottopormi ad esami; i medici tuttavia non erano riusciti a capire quale fosse la causa dei miei disturbi.
Nel 2010 mi recai in un noto ospedale di Torino; essendo assente il dottore che avrebbe dovuto visitarmi, venne il primario; guardò gli esami di cui ero in possesso e mi disse che se ero digiuna mi avrebbe fatto subito un esame endoscopico precisandomi che era un esame doloroso, ma che avrebbe consentito di capire di che cosa si trattava.
Dopo l’esame il primario voleva parlare solo con mio marito, ma io chiesi di essere presente al colloquio.Disse che erano necessari tre interventi chirurgici da effettuarsi in un ospedale specializzato. Tornati a casa, ci consultammo con nostro figlio il quale si prese cura di cercare un ospedale idoneo e così mi recai nel Veneto.
Prima di partire mi recai da don Adriano nel Monastero di Casanova; lui impose le sue mani sul mio capo, invocò su di me lo Spirito Santo e pregammo insieme. Poi telefonai a dei volontari del Cenacolo, persone meravigliose che seguivano da anni don Adriano, i quali mi incoraggiarono dicendomi che si sarebbero uniti in preghiera con don Adriano.
Il giorno prima dell’intervento di duodenocefelopancreasectomia avevo la febbre a 40°, e il primario disse ai suoi medici di sfebbrarmi perché il giorno seguente mi avrebbe operata e dovevo entrare per prima nella sala operatoria. Infatti, prima delle otto entrai in sala operatoria e uscii la sera molto tardi; l’intervento è stato lungo e molto complicato.
Due giorni dopo il primario mi disse che la mia famiglia rimase per dodici ore davanti a quella porta. Poi iniziai la chemioterapia. Nulla fu semplice, anzi tutto molto doloroso, ma appena riacquistavo le forze mi recavo, per ulteriori intense preghiere, da don Adriano che mi infondeva forza e coraggio nel proseguire queste forti terapie.
Alcune settimane fa,mi sono sottoposta ad una visita per un accurato controllo. La dottoressa mi disse: “Signora, si rende conto che lei è stata miracolata?”.Questo era quanto desideravo sentirmi dire, e pertanto le risposi che ogni mattina ringrazio il Signore per l’immenso dono della guarigione. Ringrazio anche con tutto il cuore don Adriano e il suo Cenacolo per le continue ed efficaci preghiere.