Pubblicato in Testimonianze 2015
Desidero farvi partecipi di questa mia testimonianza. A seguito di una colonscopia, a mio papà veniva diagnosticato un adeno-carcinoma al sigma (colon discendente). Questa notizia ci gettava nello sconforto più assoluto. Immediatamente ricoverato presso l'IRCC di Candiolo, il giorno 6 marzo 2009 veniva eseguita la resezione laparoscopica del tumore con esito positivo. A seguito dell'operazione, dal mese di aprile ad agosto 2009, veniva eseguita una cura chemioterapica di tipo adiuvante.
La buona riuscita dell'operazione, le cure chemioterapiche eseguite a posteriori e la rassicurazione dei medici ci lasciava intendere che questo brutto incubo fosse finito, ma, purtroppo, non era così. Nel mese di novembre, si presentavano nuovamente dei sintomi che portavano a pensare ad una riformazione neoplastica. Dopo diverse visite mediche, il giorno 10 febbraio 2010, a seguito TAC e colonscopia, l'esito infausto: veniva diagnosticata una recidiva del tumore. Questa notizia ci gettava nuovamente nel baratro più profondo dello sconforto. Una zia di mia mamma ci aveva parlato di don Adriano che, cosa più curiosa, riceveva al Monastero nel Centro di preghiera e di ascolto, a poca distanza da casa nostra, ma noi non ne eravamo a conoscenza e non conoscevamo il Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione. Ci siamo presentati diverse volte al Monastero e don Adriano ci ha sempre accolti con il suo grande ed amorevole sorriso, pregando con profonda intensità Gesù per ottenere la grazia di guarigione. La visita preoperatoria per la nuova resezione del tessuto neoplastico, ci aveva svelato un’orribile sorpresa: la somministrazione della cura di chemioterapia, alla quale mio papà era stato sottoposto, aveva gravemente danneggiato la funzionalità cardiaca causando una bradicardia permanente a 37 battiti al minuto. Solamente l'impianto di un peace maker avrebbe permesso la sopravvivenza all'anestesia che si sarebbe dovuta effettuare, impianto eseguito presso l'ospedale Mauriziano di Torino. Prima che mio papà entrasse in sala operatoria ho chiamato don Adriano al telefono, chiedendogli di pregare per mio papà che stava per essere nuovamente operato di cancro: con paterna benevolenza lui mi ha rassicurato con la sua preghiera. L'operazione, per la natura della sua complessità, sarebbe dovuta durare dalle 5 alle 7 ore. Invece dopo tre ore circa si presentava il chirurgo che ci comunicava l'esito assolutamente positivo dell'operazione rassicurandoci della buona riuscita della stessa. Il sabato seguente mi sono presentato alla mattina al Monastero Abbaziale di Casanova e ancora prima di salutarmi don Adriano mi chiedeva di mio papà raccogliendosi nuovamente in preghiera.
In seguito alla nuova operazione eseguita, mio papà veniva trattato con cura di tipo radioterapico per evitare una possibile insorgenza del tumore. Questa cura fortissima e particolarmente invalidante, aveva causato la formazione di un nodulo alla tiroide. A causa dell'operazione fortemente invasiva si erano indebolite le pareti addominali. A seguito di questo, è stata eseguita una quarta operazione, questa volta di ricostruzione.
Ora, grazie al buon Dio e alle continue ed intense preghiere di intercessione di don Adriano e del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione, mio papà è vivo ed è qui con noi; ha ripreso una vita quasi normale e, come sempre, una vita dinamica.
Ringrazio con tutto il cuore il Signore per averci donato uno strumento sensibile alle nostre sofferenze e malattie dedicando a noi tutti tempo e preghiera. Pertanto chiedo al Signore di benedire don Adriano e la sua meravigliosa opera di misericordia.
Sia lode al Signore!
Si allega documentazione medica e rimaniamo a disposizione per qualunque chiarimento.
Pubblicato in Testimonianze 2015
Dove due o più persone si riuniscono a pregare, Gesù è lì in mezzo a loro. È proprio così, miei cari, e io l'ho sperimentato.
Vi racconto in breve. Sentivo un gran bisogno di raccoglimento, dì preghiera e di pace. Entravo nella chiesa N.S. della Salute il lunedì sera e mi mettevo in fondo alla chiesa: pregavo e piangevo perché le cose in famiglia andavano male. Partecipavo alla Messa, alle preghiere di intercessione di don Adriano per ottenere in dono la guarigione e uscivo rasserenata e confortata. Purtroppo in casa si arriva a una dolorosissima separazione da me non voluta.
Quanto dispiacere! Mi sembra che un chiodo mi trafigga la gola! Spesso il dolore fa ammalare, e io mi ammalo.
Premetto che da anni soffro di problemi alla tiroide, ma ora i sintomi sono gravi; mi sento soffocare e il cuore non va.
Dopo accurate visite specialistiche in due ospedali cittadini, l'esito è: una tiroide ormai autoimmune, piena di grossi noduli così ostruttivi da deviare la trachea e da operare subito. Purtroppo la lista negli ospedali ha un'attesa di circa un anno. Non posso aspettare. Mi consigliano di andare a farmi operare nell'ospedale dì Briançon. L'intervento riesce bene. Tutto sembra proseguire per il meglio, ma, dopo breve tempo, il chirurgo mi convoca per comunicarmi l'esito dell'esame istologico: nella tiroide c'era un carcinoma maligno sclerosante, cioè molto aggressivo! Lascio a voi immaginare in quel momento il mio stato d'animo. Inizia così per me un percorso doloroso durato due anni di cure, prove, controlli, apparecchiature per debellare il male, periodi brutti di isolamento a causa delle terapie in ospedale, la paura di non farcela alternata alla preghiera fiduciosa nell'amore di Dio.
Vado da don Adriano e gli racconto quanto è successo. Preghiamo insieme intensamente, con fede. Anche il Cenacolo prega. E l'aiuto potentissimo arriva: Gesù ha posato le sue sante mani su di me e mi ha guarita! Dopo due anni e numerosi esami medici, ho l'esito della guarigione definitiva!
Ho ripetuto gli esami quest'anno e tutti i referti medici ne danno conferma: non ci sono più cellule tumorali.
Ringrazio con tutto il cuore il Signore Gesù che mi ha guarita toccandomi con il suo amore; ringrazio tutta la comunità del Cenacolo Eucaristico e soprattutto quella meravigliosa persona che è don Adriano per le sue intense preghiere di intercessione rivolte a Dio per la mia guarigione.
Ho ricevuto nuovamente in dono la vita e la spenderò impegnandomi nell'aiuto e nell'amore ai fratelli che ne avranno bisogno.
Pubblicato in Testimonianze 2015
Sono affetta da una rara malattia genetica chiamata “displesia ossea epifisaria multipla” di cui era portatore mio padre. Sono la prima di quattro figli e sono l’unica malata, mentre i tre maschi sono portatori sani.
Quando ero bambina cadevo frequentemente, ma nessuno faceva caso perché si riteneva la cosa abbastanza normale. All’età di 12 anni, con lo sviluppo, accusai i primi gravi sintomi: deformazione alle ossa degli arti con problemi di deambulazione; le ossa perdevano capacità di movimento.
Quando cadevo i miei compagni mi deridevano; invece mia mamma era disperata. Un sacerdote di Roma, che aveva capito la gravità della situazione, fece ricoverare gratuitamente in un ospedale di Roma tutta la mia famiglia, sei persone, al fine di eseguire degli studi di genetica. Il prof. Gedda fu il primo genetico che studiò questo caso scoprendo la “displesia ossea epifisaria multipla” per la quale non ci sono cure specifiche.
Sognavo tuttavia una vita normale; mi sono sposata e ho avuto due figlie.
Dopo quindici anni di matrimonio, quando le mie figlie avevano 10 e 14 anni, fui costretta a divorziare a causa di un clima familiare insopportabile.
Fui temporaneamente accolta dai miei genitori, ma con il passare degli anni, la mia situazione di salute andava sempre peggiorando e ho dovuto affrontare diversi interventi chirurgici.
Quando sono andata in pensione il Signore mi fece incontrare una persona comprensiva e buona che mi sostiene, mi aiuta e mi ha anche accompagnata alla celebrazione di capodanno nel Monastero di Casanova.
Intanto mi avvicinai alla fede; da tre anni partecipo alle celebrazioni eucaristiche presiedute da don Adriano nel Monastero perché quando sono in quel luogo mi sento molto meglio e le sue parole di speranza, di conforto e di incoraggiamento sono state per me veramente determinanti.
Prima di sottopormi all’ultimo difficile intervento chiesi a don Adriano preghiere per il buon esito. Tutto andò bene e al controllo finale il medico mi ha confermato che era tutto a posto.
Ora sono diventata nonna di una bimba e questo mi rende felice.
Non ho ricevuto un miracolo per le mie condizioni di salute, ma il Signore mi ha donato molto: la forza e l’aiuto necessario per accettare la malattia con serenità, per convivere con i miei limiti e con il dolore accettando di sottopormi agli interventi chirurgici senza perdere la voglia di vivere e di lottare.
Pertanto ringrazio il Signore per la sua bontà e ringrazio don Adriano per le sue preghiere di intercessione.