Pubblicato in Testimonianze 2018
Desidero dare testimonianza della grazia ottenuta dall’amore compassionevole del Signore.
Ho iniziato a partecipare alle celebrazioni del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione quando erano ancora in corso i lavori di ristrutturazione del Monastero di Casanova. In quel periodo ho avuto dei problemi gravi di salute. Ogni volta che partecipavo alla s. messa chiedevo a don Adriano un ricordo specifico nella celebrazione fiduciosa nell’aiuto del Signore.
Nel mese di febbraio 2007 i medici mi diagnosticarono un tumore maligno all’utero e i calcoli alla cistifellea. Dopo vari esami e TAC di controllo decisero di intervenire chirurgicamente.
Nello stesso mese di febbraio fui ricoverata in ospedale e i chirurghi mi sottoposero al primo intervento asportandomi il tumore. Terminato il periodo di degenza tornai a casa.
Dopo qualche giorno dovetti ritornare d’urgenza all’ospedale con una emorragia in corso; i medici dovettero intervenire con un raschiamento.
Quando è arrivato il risultato della biopsia i chirurghi ritennero necessario intervenire nuovamente asportandomi l’utero e le ovaie. Successivamente fui sottoposta a quaranta giorni di radioterapia e, in conseguenza alle cure radioterapiche e alle anestesie subite per gli interventi, nel 2008 ho dovuto fare una implantologia dei denti.
Nel mese di maggio 2009 sono stata sottoposta ad un nuovo intervento per l’asportazione dei calcoli alla cistifellea, quindi ho dovuto superare dei momenti molto difficili, di tensione e di intensa sofferenza. Ora, dopo dieci anni, posso finalmente affermare con immensa gioia di essere guarita completamente.
Ogni martedì sera e alla domenica pomeriggio, secondo il calendario stabilito, continuo a partecipare assiduamente presso il Monastero di Casanova alla s. messa celebrata da don Adriano dalla quale ricevo una forte carica vitale e spirituale, ma in questi anni di sofferenza, anche nei momenti più difficili, non ho mai smesso di pregare con fede.
Ringrazio il Signore per il suo immenso amore, don Adriano e tutto il Cenacolo che puntualmente partecipa all’Eucaristia, all’adorazione e alla preghiera presentando al Signore i numerosi malati, i sofferenti e i poveri.
Pubblicato in Testimonianze 2018
Era un periodo difficile per la mia famiglia: mancanza di lavoro, di salute e problemi con i figli, ma io pregavo Dio di donarmi forza e coraggio perché stavo lottando, ma da sola non potevo farcela più.
Ho conosciuto don Adriano in maniera molto singolare; mentre navigavo su internet ho visto la foto di un prete, un numero di cellulare, un nome: don Adriano Gennari. Ho capito subito che era un sacerdote speciale e io ero desiderosa di conoscerlo.
Ho aspettato un po' prima di telefonargli e solo nei primi giorni di agosto 2017 mi sono decisa a mettermi in contatto con lui. Mi risponde al secondo squillo con un "ecco" forte e allegro come se mi conoscesse da sempre, e invitò me e la mia famiglia a partecipare agli esercizi spirituali del 17 agosto nel Monastero di Casanova.
Fu così che don Adriano entrò nella mia vita e in quella della mia famiglia con le sue messe, con le preghiere di liberazione e di guarigione che sono diventate per noi un “cibo” di cui non possiamo più fare a meno.
Le cose sono andate un po' meglio fino al 17 novembre quando sono stata ricoverata per una infezione alle vie urinarie. Dopo una serie di esami invasivi, ecografie e tac, i medici mi diagnosticarono una dilatazione alle vie urinarie di sinistra con l'uretere che si riduce di calibro nel tratto distale, mentre il tratto stenotico è improntato da una cisti di 35mm.
Gli urologi riuniti in equipe mi spiegarono che, per non far ammalare il rene, avrebbero dovuto intervenire d'urgenza posizionando un doppio stent che avrei dovuto cambiare ogni quattro mesi fino a quando, in accordo con il ginecologo, avrebbero potuto togliere la cisti e ricostruire l'uretere artificialmente.
Solo sette mesi prima avevo subito un intervento ginecologico devastante e un altro dieci anni fa; il mio ventre ora sembra una cartina geografica. Comunque, se l’intervento era da fare, mi dovevo far coraggio e basta. Era il 20 novembre.
Nel frattempo, la sera del 19 novembre, mia figlia mandò un messaggio a don Adriano chiedendogli delle preghiere per me.
Don Adriano, alle 23 e 25 del 20 novembre 2017 rispose con un messaggio vocale: "Giulia, ti tengo in preghiera. Prego tanto per la tua mamma che possa guarire presto. Buonanotte". Ma questo è stato ascoltato solo il mattino successivo.
Alle otto del mattino del 21 novembre ero pronta per l'intervento, quando arrivò un nuovo urologo che, chinandosi sul mio letto, mi comunicò che non mi avrebbe operato poiché per lui non era la soluzione giusta. Mi spiegò che prima bisognava contattare anche il ginecologo che mi aveva operato precedentemente, poiché era un medico meritevole della sua stima.
La mia salute intanto è migliorata di ora in ora e il 22 novembre sono stata dimessa.
Come da calendario dei medici dell'ospedale, il 28 novembre sono andata a fare la visita ginecologica all’ospedale S. Anna e il mio ginecologo mi ha sottoposta all'ecografia vaginale; poi, non soddisfatto a quella addominale e di nuovo ha ripetuto quella vaginale perché la cisti di 35mm non c'era più, era sparita e l'uretere non era più schiacciato. Io ero sana come un pesce, ma altri medici dovevano ancora visitarmi per altri accertamenti.
All'ospedale Molinette, il 3 gennaio 2018, ho fatto l'ecografia renale, e anche qui tutto è risultato normale. Quando l'urologo mi ha controllato si è complimentato con me per la guarigione, ma non ha saputo spiegarmi dov'è finita la mia cisti. Solo la dottoressa del day-hospital mi ha abbracciata e mi ha detto che ero guarita e che alle volte la scienza non è in grado di spiegare delle guarigioni come questa.
Io però, lo sapevo chi aveva operato in me la grazia della guarigione: è stato il Signore con la potenza della sua compassione! Pertanto rendo lode al Signore e lo ringrazio con tutto il cuore per la mia guarigione.
Ringrazio anche don Adriano per le sue preghiere di intercessione.
Pubblicato in Testimonianze 2018
Io e mio marito iniziammo a partecipare alle s. messe celebrate da don Adriano nel 1994 nella chiesa di s. Pellegrino.
Siamo stati presi per mano dal Signore perché in famiglia stavamo vivendo il dolore più grande che possa succedere: la morte di un figlio in un incidente con la moto; aveva 19 anni. Io, come madre, temevo di impazzire.
Io e mio marito iniziammo ad andare a pregare nel gruppo di preghiera animato da don Adriano. Con l’aiuto di Dio questo grande dolore non ci divise; pregavamo e piangevamo insieme anche durante le celebrazioni eucaristiche. Io desideravo tanto parlare con don Adriano, ma non mi era possibile a causa di tante persone che cercavano di avere un colloquio con lui. Ricordo che c’erano alcuni sacerdoti confessori e io, con gli occhi pieni di lacrime e con tanta disperazione nel cuore, andavo a confessarmi. Il Signore non ci abbandonava perché, quando uscivamo dalla chiesa, avevamo il cuore più leggero, eravamo più sereni e più fiduciosi nel Signore.
Andai in pensione dopo 41 anni di lavoro, ma avendo problemi di salute,iniziai a sottopormi ad esami; i medici tuttavia non erano riusciti a capire quale fosse la causa dei miei disturbi.
Nel 2010 mi recai in un noto ospedale di Torino; essendo assente il dottore che avrebbe dovuto visitarmi, venne il primario; guardò gli esami di cui ero in possesso e mi disse che se ero digiuna mi avrebbe fatto subito un esame endoscopico precisandomi che era un esame doloroso, ma che avrebbe consentito di capire di che cosa si trattava.
Dopo l’esame il primario voleva parlare solo con mio marito, ma io chiesi di essere presente al colloquio.Disse che erano necessari tre interventi chirurgici da effettuarsi in un ospedale specializzato. Tornati a casa, ci consultammo con nostro figlio il quale si prese cura di cercare un ospedale idoneo e così mi recai nel Veneto.
Prima di partire mi recai da don Adriano nel Monastero di Casanova; lui impose le sue mani sul mio capo, invocò su di me lo Spirito Santo e pregammo insieme. Poi telefonai a dei volontari del Cenacolo, persone meravigliose che seguivano da anni don Adriano, i quali mi incoraggiarono dicendomi che si sarebbero uniti in preghiera con don Adriano.
Il giorno prima dell’intervento di duodenocefelopancreasectomia avevo la febbre a 40°, e il primario disse ai suoi medici di sfebbrarmi perché il giorno seguente mi avrebbe operata e dovevo entrare per prima nella sala operatoria. Infatti, prima delle otto entrai in sala operatoria e uscii la sera molto tardi; l’intervento è stato lungo e molto complicato.
Due giorni dopo il primario mi disse che la mia famiglia rimase per dodici ore davanti a quella porta. Poi iniziai la chemioterapia. Nulla fu semplice, anzi tutto molto doloroso, ma appena riacquistavo le forze mi recavo, per ulteriori intense preghiere, da don Adriano che mi infondeva forza e coraggio nel proseguire queste forti terapie.
Alcune settimane fa,mi sono sottoposta ad una visita per un accurato controllo. La dottoressa mi disse: “Signora, si rende conto che lei è stata miracolata?”.Questo era quanto desideravo sentirmi dire, e pertanto le risposi che ogni mattina ringrazio il Signore per l’immenso dono della guarigione. Ringrazio anche con tutto il cuore don Adriano e il suo Cenacolo per le continue ed efficaci preghiere.