Pubblicato in Testimonianze 2018
Nel 2011 mio marito è stato sottoposto a chemioterapia e a radioterapia a causa di un linfoma. Successivamente nel 2014 nuovamente dovette sottoporsi a radioterapia.
Nell’agosto del 2017 il medico che lo curava aveva deciso fare il trapianto staminale. Io ero perplessa, avevo tanta paura, e mio marito era molto incerto se acconsentire a questo intervento perché sapeva che era doloroso e gravoso da affrontare, essendo lui magro e non più tanto giovane.
Un sabato mattina, siamo andati da don Adriano nel monastero di Casanova per chiedere preghiere anche perché mio marito non dovesse trovarsi nella necessità di dover fare trasfusioni di sangue. Così è stato; le trasfusioni non furono necessarie.
Mio marito ha sofferto dolori alle ossa, ma è andato tutto bene; i medici si complimentarono con lui perché erano contenti dei buoni risultati ottenuti. Ha sopportato bene tutti i tipi di chemioterapia eseguita a mezzo flebo.
In quei giorni molto difficili e preoccupanti inviavo molti messaggi e facevo telefonate a don Adriano assillandolo, ma lui, sempre gentile e paziente, rispondeva al cellulare rassicurandomi che avrebbe continuato a pregare per noi. Dal modo con cui mi rispondeva al telefono, pareva che mi conoscesse da sempre. Inoltre quando ci recavamo da lui presso il Centro di ascolto, anche il suo sguardo rassicurante ci trasmetteva fiducia e speranza.
Ho conosciuto don Adriano pregando la Parola di Dio con una mia amica che abita nello stesso mio paese; fu lei che mi informò sugli orari delle celebrazioni eucaristiche nel Monastero di Casanova. Fu lei che mi diede gli orari e le informazioni necessarie per poter partecipare alle celebrazioni eucaristiche nel Monastero di Casanova. Così, mio marito ed io abbiamo iniziato questo cammino di preghiera partecipando assiduamente alle celebrazioni. Sono sempre stata fiduciosa nell’aiuto del Signore Gesù che ringrazio per i benefici che ci ha concesso.
Ringrazio anche don Adriano, uomo dal cuore grande e molto attento e sensibile alle necessità delle persone bisognose.
Pubblicato in Testimonianze 2018
Solo oggi, dopo circa sei anni ,ho deciso di scrivere la mia testimonianza. Mi dispiace aver lasciato passare tanto tempo, ma ogni cosa ha il suo momento, anche per essere raccontata.
L'infanzia e l'adolescenza sono stati per me periodi molto difficili acausa di diversi problemi familiari che non ero in grado di sostenere; sono cresciuta senza punti di riferimento, ma non ne faccio più una colpa ai miei genitori perché hanno fatto come e quanto hanno potuto. Commettiamo tutti degli errori! Comunque io crescevo ed ero sempre più spaventata perché la vita andava avanti ed io non sapevo dove andare e cosa fare; non avevo assunto i valori importanti che ti fanno prendere in mano la tua vita, che ti spronano a fare delle scelte; ero in balia del vento che tirava sempre più forte. Non mi ero costruita un'identità, avevo solo tanta paura di sbagliare, anzi, avevo paura di tutto.
Però ho sempre sentito Gesù molto vicino a me; parlavo con Lui fin da piccina, pur non avendo avuto né educazione né tradizione di tipo cristiano e cattolico.
Nel marasma della vita ho preso strade sbagliate, ma grazie al cielo non sono andata fino in fondo. Ho iniziato con il primo spinello, poi il primo cocktail con gli amici. Un altro spinello e un bicchiere di vino... Ho iniziato all'età di 15 o 16 anni e ho smesso all'età di 32. Non ho mai usato droghe pesanti, ma quelle che vengono definite leggere sono comunque sostanze che alterano in maniera orribile, se poi unite all'alcool diventano una bomba che non solo ti distrugge il fisico, ma ti allontana da tutto, non ti lascia vivere la realtà, ti incatena in un mondo parallelo e tu pensi solo a quando accenderti il prossimo spinello.
Ero tanto arrabbiata con Dio; a volte andavo davanti alla chiesa, mi mettevo dall'altra parte della strada come se volessi nascondermi e, mentre fumavo uno spinello, guardavo la Croce e gli domandavo perché mi avesse messa a questo mondo con il solo scopo di sacrificarmi ad una realtà familiare insostenibile. Non reggevo davvero più. Fumavo davanti allo sguardo di Gesù perché volevo provocarlo, volevo che vedesse il mio dolore, e tutto ciò è durato per moltissimo tempo.
Davvero non so come Dio sia entrato nella mia vita e abbia continuato ad avere una certa influenza sudi me non mollandomi mai, continuando con la sua terribile e insieme dolce presenza. Non frequentavo brava gente, e davvero non so come sia stato possibile che io fossi così attratta da Lui.
Così, ogni tanto andavo inchiesa per litigare con Lui; qualche volta partecipavo alla messa con la speranza che mi aiutasse, fino a quando ho incontrato persone che hanno iniziato a parlarmi di Dio in modo nuovoe con tanta fede.
Un venerdì sera del 2011 sono andata a messa alla Chiesa della Salute e ho sentito che quel momento era per me. Così, ci sono tornata diverse altre volte. Quando don Adriano faceva la preghiera di intercessione per la guarigione e nominava le dipendenze, io mi sentivo malissimo, mi sentivo in colpa e avrei voluto nascondermi o scappare via. Nel mio cuore sapevo che mi stavo rovinando l'anima oltre che il corpo; avrei voluto smettere ma non ne avevo le forze e, partecipando alle messe del primo venerdì del mese, è nata una vera e propria lotta dentro di me. Con il tempo, il bene è diventato la parte più forte e ha sovrastato la parte che era male, finché una sera, dopo la celebrazione eucaristica seguita da un tempo di adorazione con preghiere di intercessione per i malati e per i sofferenti, mi sono sentita talmente alleggerita che ho percorso la strada verso casa quasi correndo, decisa verso un obiettivo che era chiaro e che finalmente avevo la forza di mettere in pratica.
Sono entrata in casa, ho preso tutte le sostanze che avevo nel cassetto e le ho buttate nel bidone della spazzatura. Quanto è successo è stato causato dall’azione potente dello Spirito Santo che mi ha dato la forza e il coraggio di distruggere tutte quelle sostanze e di gettarle nel bidone della spazzatura. Tutto ciò anche grazie alla forte preghiera di intercessione di don Adriano presso il Signore. Credo che questa preghiera sia stata davvero salvifica per me; il coraggio e la liberazione che ho sentito quella sera sono state esperienze interiori fortissime che in qualche modo mi hanno anche educata per affrontare le difficoltà che il futuro mi avrebbe riservato. Da quella sera la mia vita è radicalmente cambiata e ho iniziato un cammino di conversione. Ora vivo in Toscana e tutto ciò che ho ricevuto dal Signore, dalle celebrazioni eucaristiche e dalle intense preghiere di don Adriano, mi hanno resa e mi rendono felice di vivere la vita e di vederla sotto una luce totalmente diversa perché davvero ho incontrato il Signore Gesù che ora è diventato il mio migliore e grande amico.
Sono riconoscente a Dio e lo ringrazio per quanto ha realizzato nella mia vita. Ringrazio di cuore anche don Adriano per le sue coinvolgenti celebrazioni eucaristiche e per il suo costante amore verso i malati, i bisognosi e i poveri.
Pubblicato in Testimonianze 2018
Ho 48 anni. A 40 anni i medici mi hanno diagnosticato l’artrite reumatoide, ma solo dopo vari esami e un intervento chirurgico hanno scoperto che si trattava di questa malattia.
La cura, secondo il primario del CTO, era cortisone a vita e altre medicine molto forti. Con questa cura, giorno dopo giorno, purtroppo notavo i danni che la cura stessa causava a tutto il mio corpo, oltre a dolori incessanti durante il giorno e la notte che, ovviamente, influivano anche sul mio lavoro.
Per ripulire tutta la gamba dal liquido sinoviale che mi impediva di camminare, fui sottoposto all’ultimo intervento chirurgico, sempre al CTO, che è durato tre ore.
Nel frattempo, io e la mia famiglia partecipavamo alle celebrazioni eucaristiche nel Monastero di Casanova dove don Adriano pregava anche per me e per la mia famiglia.
Una bella domenica, durante l’adorazione eucaristica, ho sentito un forte calore che mi invadeva e attraversava tutto il mio corpo dalla testa ai piedi, e ho capito subito che mi stava accadendo qualcosa di meraviglioso.
Uscendo dal Monastero abaziale per recarmi alla macchia, senza accorgermene, mi misi a correre e, solo dopo, parlando con mia moglie, mi resi conto che ero guarito perché, mai e poi mai, avrei potuto fare ciò nelle condizioni fisiche in cui da tempo mi trovavo. In seguito, gli esami che ho effettuato hanno confermato che non c’è più traccia della malattia.
Dopo la grazia ottenuta, la nostra partecipazione alle celebrazioni eucaristiche è continuata con maggiore intensità di fede.
Ringrazio il buon Dio, ma è anche doveroso un ringraziamento al nostro don Adriano che, intercedendo con le sue forti preghiere e con la potenza dello Spirito Santo, ha ottenuto il prezioso dono della guarigione.