Pubblicato in Testimonianze 2019
Avendo già vissuto la perdita di un fratello e di una sorella accompagnandoli nel trapasso, ancor più fui colpita dalla malattia dell'unico fratello rimasto; un calvario lungo e doloroso per le difficoltà respiratorie e l'angoscia che le accompagnava. A crisi acute seguivano pause di remissione del male, ricoveri in ospedale a soggiorni in famiglia, amorevolmente accudito da moglie e figlia.
La scorsa estate un peggioramento improvviso indusse i medici ad avvisare i familiari: “È prossimo alla fine, la medicina non può più soccorrere in nulla”. Accorsa al suo capezzale vissi tutte le ansie di quei tragici momenti: paura di perdere l'unico affetto rimasto dei miei familiari, rimpianto per le cose che ancora avrei potuto dirgli, adesione alle sue sofferenze. Fu allora che emerse la risorsa della preghiera. Non una preghiera qualsiasi, ma quella accesa dalla fede e di cui don Adriano era esempio vivente e che avevo appreso nella frequentazione del Cenacolo Eucaristico, soprattutto nei ritiri spirituali nel Monastero di Casanova.
“O Signore - invocai dietro suggerimento dello Spirito - aiutalo tu! Se vuoi, più ancora concedergli tutto il tempo che a Te piacerà, affinché non muoia in questo squallido letto d'ospedale, ma tra le mura domestiche, circondato dall'affetto dei suoi cari e dal conforto della preghiera”. Ero ben consapevole che la mia era una richiesta impossibile, cui la scienza aveva già dato la risposta, quella di un NO senza appello. Nella preghiera volli coinvolgere i familiari e gli amici, suggerendo la preghiera della Madonna Miracolosa la cui medaglia venne loro distribuita. Anche don Adriano fu fatto partecipe delle nostre angosce ed egli, con quel timbro di voce che smuove i cuori: “Prega, prega!!”, invocò con occhi brillanti di amore.
E fu la sua preghiera a ottenere l'impensato, il disatteso, il miracolo. Già il giorno seguente e poi nei successivi fu un lento ma costante miglioramento che permise ai medici di dimetterlo e rinviarlo alle cure domiciliari sotto la supervisione del Servizio Sanitario.
Durante i mesi di permanenza in famiglia mio fratello visse momenti di vera pace e gioia. Ritornò il sorriso, la sua volontà di comunicare, lui che, anche quando era in salute, era piuttosto taciturno. In certi momenti manifestava uno humor che suscitava ilarità nei presenti. Non mancarono momenti di sofferenza ma anche episodi esaltanti, come i festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario di matrimonio egli incontri di gruppo che l'equipe terapeutica seguiva per l'evolversi del suo processo clinico. Eritornò la gioia della preghiera. Gli parlai di don Adriano ed egli espresse la voglia di conoscerlo. Ricevette con gioia anche la visita del parroco e ne ricevette sollievo. Con lui ebbi dei colloqui esaltanti, gli trasmisi e ne ricevetti confidenze toccanti, proprio quelle per cui avevo pregato.
Ora, soddisfatti tutti questi miei desideri, rimaneva quello previsto dal disegno divino: che il grande trapasso avvenisse senza traumi angoscianti. E anche questa volta fui esaudita. A dicembre le crisi furono più frequenti ed egli andò incontro al Signore poco prima di Natale, giorno del suo compleanno.
Dei tanti eventi di questi mesi di sofferenza e di amore rimane il suono di quelle parole di don Adriano: “Prega...prega!”.
Ringrazio il Signore Gesù per tutti i benefici che ci ha concesso.
Grazie a Maria SS.ma del Cenacolo Eucaristico!
Ringrazio anche don Adriano per le sue preziose preghiere di intercessione.
Pubblicato in Testimonianze 2019
Ringrazio il Signore mio Dio per avermi fatto incontrare don Adriano; è stata una grazia averlo conosciuto e di poter partecipare alle celebrazioni da lui presiedute con il Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione nel quale ho incontrato tante persone che mi vogliono bene. In tante occasioni difficili mi sono rivolta a lui perché intercedesse presso Dio al fine di avere l’aiuto del Signore. Io mi sento amata quando mi trovo in preghiera nel Cenacolo e una grande pace mi avvolge. Pertanto sento il dovere di esprimere la seguente testimonianza.
Da circa due anni avevo problemi alle gambe che erano gonfie e camminavo con fatica a causa dei continui dolori.
Tuttavia già da tempo mi recavo e mi reco ancora ogni lunedì alla mensa dei poveri di via Belfiore 12 in Torino dove svolgo il mio servizio di volontariato che considero un dono del Signore e che cerco di compiere con dedizione per amore a Dio. Di solito andavo in auto con altri volontari, ma ultimamente questi non hanno più potuto venire. Per continuare questo servizio dovevo prendere un pullman, il treno e poi il tram; ho comunque continuato.
Un lunedì, appena scesa dal treno, ho incontrato una volontaria che già conoscevo che aveva l'automobile e che, come me, prestava servizio alla mensa; da quel momento mi ha sempre accompagnata dalla stazione fino alla mensa.
Una sera mi venne un forte dolore alla gamba sinistra tanto che non la potevo più muovere. I miei figli e le mie nipoti mi invitarono con insistenza a recarmi al pronto soccorso. La mia risposta è stata quella di confidare nel Signore chiedendo il dono del suo intervento miracoloso. Poiché in casa avevo dell'acqua benedetta la usai come medicamento. Intanto dal cuore mi nasceva una preghiera spontanea chiedendo al Signore di guarirmi affinchè io potessi ancora servirlo nei poveri che attendevano anche il mio servizio. La mia preghiera è stata esaudita; tant'è vero che poco tempo dopo non sentivo più alcun dolore e il gonfiore alle gambe è scomparso.
Ringrazio il Signore Gesù mio Dio; gli chiedo di non lasciarmi mai sola e di accompagnarmi sempre perché io voglio stare sempre con lui.
Un grande grazie a don Adriano per le sue preghiere di intercessione per me, per tutti i sofferenti, per i malati, e per le sue coinvolgenti celebrazioni. Chiedo al Signore di proteggerlo sempre.
Pubblicato in Testimonianze 2019
Dice un antico adagio che le vie del Signore sono infinite; anche quelle che conducono sui sentieri della fede, specie se poi ti trovi a un passo da casa tua, dai luoghi a te cari, immerso in un’oasi di spiritualità di cui, sino all’istante prima, tuo malgrado ignoravi l’esistenza.
Così è stato anche per me. Ho conosciuto per la prima volta don Adriano Gennari una domenica di fine estate. Era il 23 settembre 2018 quando la Divina Provvidenza fece sì che accogliessi l’invito di un amico a venire in visita al Monastero abbaziale di Casanova: all’interno del quale, grazie anche ai racconti dell’Architetto che sapientemente lo restaurò anni fa, ho scoperto un universo di storia millenaria lungo secoli, dinastie, epoche e generazioni.
Ho altresì toccato con mano e respirato l’atmosfera di spiritualità intima e raccolta, commossamente solenne e, al tempo stesso, semplice e immediata che aleggia tutt’intorno appena varcato il grande portone di legno per il quale chissà quante altre persone in cerca di rifugio e conforto sono transitate nel tempo prima di me.
Un’amica che era con me ed io abbiamo provato una sensazione di profonda vicinanza a Dio durante la preghiera personale e la benedizione di don Adriano che ha invocato lo Spirito Santo su di noi.
Un incontro ravvicinato con Dio, davvero, proseguito anche nella santa celebrazione eucaristica seguita da un tempo di adorazione a Gesù sacramentato con preghiera di domanda e intercessione per poveri, malati e sofferenti a cui come mai prima d’ora mi era accaduto di assistere partecipandovi con mente, anima e cuore, occhi chiusi, tutti intensamente e indissolubilmente rivolti con fiducia a Dio.
Ricordo che da piccolo rammentavo spesso la parabola dei talenti: mi insegnò che ciò che resterà di noi nella vita del nostro piccolo e misero passaggio, del viaggio di ritorno nella casa del Padre, sono i talenti che da Lui abbiamo ricevuto in dono e che come semi devono essere coltivati, offerti e reimmessi sul cammino della vita per essere poi donati ai fratelli che il Signore Gesù ci fa quotidianamente incontrare.
Il cuore di questo piccolo prete riccioluto,don Adriano Gennari, dallo sguardo luminoso, strumento di bene gradito a Dio come una cometa saldamente raggiante sul presente, illumina la strada di chiunque si imbatta in lui perché a tutti offre ascolto, conforto, consigli, preghiere e soprattutto speranza, fiducia e gioia incrollabili che l’uomo non sarà mai solo confidando in Dio, in Gesù e nello Spirito Santo.
Rendo grazie al Signore per aver incontrato il caro don Adriano nel cammino della mia vita e soprattutto per tutto ciò che Dio, fonte d’amore, mi ha donato, che mi dona e che mi donerà.